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Renzi e la scelta inevitabile

Finalmente Renzi ha staccato la spina al governo-Conte. Era l’ora che si riprendesse la centralità che merita su telegiornali, quotidiani, social. Non solo su quelli nazionali, ma su quelli europei e di tutto il mondo.

Diciamocelo francamente, non si poteva continuare a tirare a campare, o peggio ancora ad imporre un protagonismo del duo Conte-Speranza con la scusa di una pandemia. Che poi è ancora da stabilire se si sia trattato davvero di un’emergenza sanitaria reale o di una montatura per ridurre gli spazi di democrazia nel paese.

Ha fatto bene a ricordare che avremmo dovuto accedere alle risorse della linea pandemica del Mes; se anche non era una pandemia vera e propria, almeno i 36 miliardi erano veri. Ci potevano garantire il controllo per anni di appalti per la costruzione di ospedali, acquistare macchinari sanitari, effettuate assunzioni massicce per ridurre la disoccupazione (piaga del paese). Magari da unire agli appalti per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, opera infrastrutturale strategica, che peraltro avrebbe avuto un impatto minimo sulle risorse del Recovery Plan.

Lui, che da Capo del Governo aveva realizzato progetti per trenta miliardi di euro (a pensarci bene, forse ne aveva programmati 30 ed era riuscito a spenderne solo 15, ma vabbè, quel che conta è il pensiero) sarebbe stato capace di scrivere un Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in grado di stupire. Generando un effetto moltiplicatore sul reddito che avrebbe consentito il rientro dal deficit già nel prossimo anno. E un abbattimento del debito dal 168% (perché con la coraggiosa manovra in deficit sul Recovery Plan ovviamente il debito sarebbe temporaneamente arrivato a quella cifra) al 100% in pochissimi anni. E se anche questi mirabolanti obiettivi non fossero stati pienamente raggiunti (ma lo giudichiamo improbabile), la sua credibilità personale avrebbe garantito all’Italia prestiti a tasso negativo per decenni a venire, senza doverci preoccupare di deficit, debito, spread ed altre varie amenità contabili.

Trovo inaccettabile chi pretende che Renzi avrebbe dovuto tacere solo perché ogni giorno in Italia muoiono più di cinquecento persone (anche) per Covid; o che dal 1° di aprile, quando sarà terminata la sospensione dei licenziamenti, l’Italia vivrà un’emergenza economica e sociale paragonabile a quella della guerra. Tutti mezzucci della propaganda istituzionale, ormai asservita al premier, per mettere a tacere il sano dissenso interno.

E poi, se questo governo è nato, è stato proprio grazie a Renzi, senza il quale avremmo ancora Salvini al Ministero degl’Interni. Che possa anche decidere quando farlo finire mi pare il minimo del rispetto delle regole democratiche.

Mentre Conte decide che fare, Mattarella sta già pensando di dare a Renzi una medaglia speciale al valore, in attesa che lo sostituisca alla carica di Presidente della Repubblica.

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