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La persecuzione dei cristiani ha toccato il fondo. Le proposte di Formentini

Il fondo per le minoranze della Farnesina sarà rifinanziato per i prossimi tre anni. Una risposta all’appello di papa Francesco dall’Iraq che porta la firma della Lega, spiega il deputato in Commissione Esteri Paolo Formentini, “queste persone hanno diritto a restare in pace nelle loro terre d’origine”

Il papa chiama, la politica risponde. Troppo facile grondare lacrime per i cristiani perseguitati nel mondo. Altra cosa è rimboccarsi le maniche e aiutarli concretamente. Il governo italiano, tramite la Farnesina, dà seguito all’appello di papa Francesco nella sua visita apostolica in Iraq, terra martoriata dal fondamentalismo islamico che ha fatto strage delle minoranze religiose. Il fondo per le minoranze religiose inserito nella legge di bilancio del 2021 sarà “rifinanziato” e rilanciato per il prossimo triennio, ha fatto sapere il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Una decisione che certo deve molto ai contatti diplomatici con la Santa Sede, ma vede pure in campo i partiti politici, una volta tanto all’unisono per una buona causa. “È stato fatto un primo bando dalla Farnesina, sarà fatto un secondo per l’importo di sei milioni di euro – spiega a Formiche.net Paolo Formentini, deputato della Lega in Commissione Esteri, che rivendica con orgoglio la firma sua e dei leghisti sulla prima proposta per il fondo. “Finanzierà una serie di progetti a tutelare la presenza delle comunità cristiane ovunque siano perseguitati”.

La “tempesta disumana” contro cui ha tuonato Francesco dalla piazza della città antica di Mosul non è confinata all’Iraq. I cristiani sono perseguitati in Sud America, Africa, Asia, Medio Oriente. Tredici al giorno, 4761 all’anno, svela il rapporto annuale World Watch List 2021.

“Questo nostro aiuto, che nasce dai fondi della cooperazione italiana allo sviluppo, vuole aiutare le minoranze a vivere nei loro territori d’origine, come le comunità cristiane irachene, che appartengono a quella terra fin dagli inizi della predicazione apostolica – spiega Formentini – nella piana di Ninive, in alcuni villaggi, come a Qaraqosh, è tornato il 45% delle famiglie, è ancora troppo poco”.

Formentini, 40 anni, bresciano, tra i leghisti più attivi sul fronte degli esteri, vorrebbe un’Europa che si ricordi delle “sue radici giudaico-cristiane” e precisa come l’Italia “sia uno dei primi Paesi al mondo a istituire questo fondo, e non è escluso che seguano altri interventi”. L’idea dietro all’aiuto della Farnesina non si limita al motto, fin troppo abusato, dell’“aiutiamoli a casa loro”.

Richiama semmai il “diritto a non emigrare” di cui parlava nel suo pontificato papa Benedetto XVI e sottolineato da Francesco in Iraq, con “l’invito “alla comunità cristiana a tornare a Mosul e ad assumere il ruolo vitale che le è proprio nel processo di risanamento e di rinnovamento”.

“Secondo i dossier più recenti dell’Acs o della onlus Open Doors sono aumentati a 320 milioni i cristiani perseguitati nel mondo – sospira Formentini – sono ne 2020 più di 4000 chiese danneggiate”. “Queste persone hanno diritto a restare nelle loro terre d’origine senza dover fuggire – riprende – ho sempre in mente una frase del cardinale Louis Sako, patriarca di Babilonia: ‘noi siamo le radici della fede del cristianesimo e se non ci saranno più cristiani in Medio Oriente il cristianesimo non avrà più le sue radici’.

Lo stesso grido viene da un continente che si è ormai assuefatto a una silenziosa strage quotidiana dei cristiani e delle altre minoranze, l’Africa. “Penso all’appello di tanti vescovi africani, come Robert Sarah, per ridare dignità a popoli interi cui è stata tolta con le migrazioni di massa. Come lui stesso ha detto, molti di questi giovani lasciano il Paese “attratti da sirene illusorie e false promesse. Prima ancora del diritto ad emigrare, noi vogliamo tutelare le radici, l’identità e la libertà religiosa di un popolo”.

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