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La Cina prepara la sua stazione spaziale. Ecco la sfida agli Usa

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È già sulla rampa di lancio, nella base sull’isola di Hainan, il vettore Lunga Marcia 5B con a bordo “Tianhe”, il primo modulo della Tiangong-3, il terzo palazzo celeste del Dragone. Se la tabella di marcia verrà rispettata, la Cina avrà dal 2024 una sua stazione spaziale orbitante. Nello stesso anno arriveranno sulla Iss i moduli commerciali voluti dalla Nasa. La corsa è servita

La corsa spaziale tra Stati Uniti e Cina inizia dalla bassa orbita terrestre. È pronto sulla rampa di lancio della base di Wenchang, sull’isola di Hainan, lungo la costa sud del Paese, il vettore Lunga Marcia 5B. Il carico a bordo è particolarmente prezioso: il modulo Tianhe (“armonia celeste”), primo pezzo dell’ambizioso programma Tiangong-3 (“palazzo celeste”), la terza stazione spaziale del Dragone.

IL PROGRAMMA

Il lancio è atteso per domani. Come di consueto per il programma cinese, la data effettiva della partenza è stata resa nota solo poco prima dell’avvio della missione. Sarà la prima di undici per assemblare la stazione orbitante, destinata in piena operatività a ospitare fino a tre taikonauti. Il progetto completo prevede un avamposto di circa 65 tonnellate, una piccola frazione della Stazione spaziale internazionale (Iss) che orbita tutt’ora a circa 400 chilometri dalla superficie terrestre con una massa di 450 tonnellate. Il primo modulo cinese (Tianhe) ha un volume pressurizzato pari a circa 50 metri cubi, a fronte degli 800 abitali che vanta la Iss, e dei nove disponibili sull’ormai nota capsula Crew Dragon di SpaceX.

LA COSTRUZIONE

Per il prossimo anno sono previsti i lanci di altri due moduli, Mengtian e Wentian, che completeranno la struttura principale della stazione. Seguiranno le altre componenti, tra stazioni di rifornimento, cargo, bracci robotici e persino un telescopio distaccato. La piena operatività resta fissata intorno al 2024, ma già prima i taikonauti raggiungeranno la Tiangong-3 per le operazioni necessarie alla sua attività. Già a maggio dello scorso anno, sempre da Hainan, sempre a bordo di un Lunga Marcia 5B, è partita senza equipaggio la capsula che verrà utilizzato per il trasporto di persone.

L’ESPERIENZA

La Tiangong-3 seguirà le orme delle due precedenti stazioni. La prima, è caduta rovinosamente a terra a Pasqua dello scorso anno, mentre la seconda (Tiangong-2) è stata lanciata nel 2016 e ha ospitato già quell’anno gli astronauti Jing Haipeng e Chen Dong, tornati sulla Terra dopo oltre un mese in orbita. Già nel 2003 comunque la Cina diventava il terzo Paese ad avere accesso autonomo per astronauti nello Spazio. A bordo di una navicella Shenzhou-5 fu Yang Liwei a orbitare intorno al Pianeta.

LE PREOCCUPAZIONI…

Da allora il programma cinese è proceduto a ritmi sostenuti, coprendo l’intero spettro di capacità e preoccupando gli Stati Uniti sia in termini di competizione scientifica, sia per l’intreccio civile-militare dei progetti spaziali del Dragone. Già nel 2007 le inclinazioni militari di Pechino furono chiare. I cinesi dimostrarono infatti di possedere le temute capacità anti-satellite (Asat), riuscendo a colpire e distruggere con un missile intercettore un proprio satellite meteorologico. Ancora oggi è questo il campo che preoccupa maggiormente gli Stati Uniti e che va annoverato tra le prime motivazioni che hanno portato alla nascita della US Space Force.

…E LA COMPETIZIONE

La competizione si gioca anche sulle stazioni spaziali. È recente l’annuncio della Russia sull’abbandono della Iss nel 2025. Il numero uno di Roscosmos Dmitry Rogozin ha spiegato che si attende solo l’assenso di Vladimir Putin per consentire all’agenzia accelerare su una nuova stazione autonoma, da lanciare entro il 2030, sulle orme della Mir. Gli Stati Uniti, invece, puntano tutto sul futuro commerciale della stazione spaziale internazionale, chiamando a raccolta gli attori privati, così da aprire nuovi mercati e liberarsi di rilevanti spese pubbliche. La Nasa ha già incaricato la texana Axiom Space di agganciare i suoi primi due moduli (che saranno realizzati da Thales Alenia Space) all’attuale Iss, a partire dal 2024. Una volta che quest’ultima andrà fuori servizio, la stazione di Axiom si staccherà, diventando autonoma. “Il nostro obiettivo è democratizzare lo spazio cercando di aprire la possibilità di accedervi a un numero maggiore di persone; sarà qualcosa di positivo per l’umanità”, spiegava nel recente evento targato Airpress e Formiche Micheal López-Alegría, veterano Nasa, vice presidente di Axiom, già incaricato di comandare la prima missione interamente privata verso la Iss, in programma all’inizio del prossimo anno.

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