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Chi vincerà la corsa globale alle valute digitali? Il rapporto Carnegie

La corsa globale alle valute virtuali comporterà un cambio radicale di paradigma nella gestione del risparmio: più trasparenza, più controlli e meno riciclaggio. Ma non sarà facile per il mercato tradizionale attrezzarsi. E comunque la Cina è un pezzo avanti. I risultati dello studio Carnegie

Potere della moneta, virtuale. Il mondo si prepara alla rivoluzione della valuta digitale, che presto affiancherà e forse manderà definitivamente in pensione il contante. Le principali economie mondiali sono al lavoro, chi è più avanti, chi arriverà un po’ dopo. Innanzitutto la Cina, come raccontato a più riprese da Formiche.net, ma anche l’Ue, sulla spinta della Bce e di Bankitalia.

Ce ne è abbastanza per rivoluzionare il risparmio globale, almeno secondo gli esperti di Carnegie India Rajesh Bansal e Somya Singh autori di un report dedicato alla rivoluzione valutaria . “Le valute digitali potrebbero cambiare il modo in cui vengono eseguite le transazioni finanziarie. Sia che si tratti di inviare denaro all’estero in un batter d’occhio o di effettuare transazioni finanziarie digitali senza utilizzare Internet, le valute digitali possono aiutare a risolvere molti dei problemi di pagamento odierni come lunghi tempi di transazione e commissioni elevate”, è la premessa dello studio.

LA MONETA DEL FUTURO

“Le persone saranno in grado di scambiare valuta tra loro digitalmente in tempo reale utilizzando telefoni cellulari, computer, smartwatch, scansione di codici a barre e così via. E in Cina, lo yuan digitale, che sta già circolando in modalità test, può essere scambiato con procedure di autenticazione che utilizzano il riconoscimento facciale”. Insomma, il cambiamento ci sarà.

“I sistemi di pagamento digitali come carte di credito, di debito o metodi di pagamento mobile (portafogli digitali come Amazon Pay, Apple Pay e Venmo) funzionano in modo molto diverso dalle valute digitali. I metodi di pagamento digitale tradizionali vengono effettuati scambiando una certa somma di denaro detenuta in un conto. Senza considerare che tali scambi di forme tradizionali di denaro non avvengono in tempo reale. Al contrario, lo scambio di valuta digitale implica un processo quasi in tempo, poiché tali valute non sono una semplice rappresentazione di denaro fisico immagazzinato altrove, ma un sostituto completo delle banconote”.

IL NODO DELLE TRANSAZIONI

La tracciabilità delle transazioni è la pietra angolare della moneta digitale, sostengono poi i due economisti di Carnegie. “Tutte le valute digitali, supportate da operatori privati ​​o banche centrali, necessitano di un modo affidabile per assicurarsi che ogni transazione sia autorizzata e regolata in modo sicuro e protetto. Un nuovo modo per farlo è la tecnologia di registro distribuito, la Dlt (Distributed Ledger Technology), che è essenzialmente un database online decentralizzato. La blockchain utilizzata da Bitcoin è un esempio importante”. Infatti, a differenza dei database finanziari tradizionali, la Dlt offre database decentralizzati in cui le transazioni e i dati vengono replicati, archiviati e sincronizzati su una rete distribuita composta da diversi computer. La nuova transazione viene così aggiunta a una specie di libro mastro digitale”.

LA CORSA GLOBALE (CINA IN TESTA)

Ma chi vuole la moneta digitale a tutti i costi? Un rapporto del gennaio 2021 della Banca dei regolamenti internazionali dichiara che l’86% delle banche centrali di tutto il mondo si sta impegnando attivamente su questo fronte. Tra le principali economie, scrive Carnegie, la Cina ha fatto i maggiori progressi. “Dopo sei anni di ricerca, la Banca popolare cinese ha lanciato nell’aprile 2020 i progetti pilota e da allora ne ha completati due. Ai cittadini sono stati assegnati degli yuan digitali sulla base di un sistema a lotteria. Si dice che lo e-yuan cinese sia già stato utilizzato per circa 3,1 milioni di transazioni per un totale di 1,1 miliardi di yuan”.

Per quanto riguarda le banche centrali di diversi altri paesi, tra cui Canada, Giappone, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti (nonché l’Ue) “hanno collaborato con la Banca dei regolamenti internazionali, compresi i possibili piani di progettazione, anche discutendo i piani per le rimesse transfrontaliere attraverso le CBDC (Central Bank Digital Currency) e le implicazioni delle CBDC sul commercio internazionale. Le valute digitali potrebbero stimolare il commercio internazionale consentendo transazioni transfrontaliere più veloci ed economiche.

PREGI E DIFETTI

Lo studio fa infine un bilancio. Spiccano quattro principali vantaggi derivanti dalle valute digitali. Il primo è l’efficienza, poiché le monete virtuali potrebbero consentire pagamenti istantanei a basso costo. Il secondo è l’inclusione finanziaria, visto che tali monete potrebbero plausibilmente fornire un migliore accesso ai servizi finanziari poiché le persone potrebbero non aver bisogno di un conto bancario per utilizzarli. Ancora, il terzo vantaggio delle valute digitali gestite starebbe nel prevenire la corruzione e le attività illecite, dal momento che potrebbero consentire ai governi di tenere traccia di ogni unità della propria valuta in circolazione. In caso di successo, ciò ridurrebbe il riciclaggio di denaro, l’evasione fiscale, le transazioni del mercato nero e l’appropriazione indebita.

Ma Il vantaggio finale riguarda la politica monetaria, visto che la moneta digitale potrebbe essere considerata denaro programmabile. In teoria, le banche centrali sarebbero in grado di regolare algoritmicamente l’offerta e avere così il controllo diretto della medesima, rendendo così l’economia più reattiva alle variazioni dei tassi di interesse.

Non mancano le difficoltà. Per esempio, “l’introduzione delle monete digitali potrebbe alterare e interrompere in modo significativo i sistemi di pagamento nazionali e internazionali esistenti. Dati i vantaggi di bassi costi, transazioni più veloci e funzionalità offline offerte, è probabile che i consumatori preferiranno tali innovativi strumenti alle opzioni di pagamento digitali esistenti come carte di credito e di debito. Per questo è fondamentale che i Paesi valutino attentamente l’impatto delle valute digitali, creando creando un ecosistema abilitante prima di lanciarli”.

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