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Patto di governo sui vaccini? A Lega e 5 Stelle fa gioco l’ambiguità. Parla Panarari

Letta lancia la sfida sui vaccini, riallineandosi a Draghi. Cosa faranno gli alleati populisti che compongono il governo? Lo abbiamo chiesto al sociologo Panarari. E sulla Giustizia? L’accordo tra Conte e il premier è ragionevole, ma ora deve spiegarlo a Bonafede…

Il segretario dem Enrico Letta ha lanciato una sfida alle forze populiste che formano la compagine di governo. Un “patto di maggioranza” sui vaccini. Anche perché, ha affermato in un’intervista al Corriere, “la variante Delta corre, a stanchezza della popolazione dopo un anno sfiancante è comprensibile. E’ necessario un patto di corresponsabilità”. Si tratterà ora di capire quale sarà, alla prova dei fatti, la risposta di Lega e Movimento 5 Stelle. Entrambi movimenti nei quali, sui vaccini, serpeggiano diversi malumori. Per orientarci, abbiamo chiesto una lettura a Massimiliano Panarari, sociologo della comunicazione e docente dell’università Mercatorum.

Panarari, la proposta di Letta è destinata ad essere accolta di buon grado dalle forze politiche?

Partiamo da una considerazione iniziale: Letta ha giocato su due fronti molto importanti, ricucendo in toto la sintonia con il Premier. La campagna vaccinale è una delle priorità per questo esecutivo, la mission sulla quale sta lavorando alacremente. Per rinsaldare l’alleanza con i 5 Stelle il Pd aveva avuto qualche sbandamento rispetto la linea del Governo, in particolare sul tema della Giustizia. Con questa proposta, Letta riposiziona il partito in perfetta sintonia con l’agenda governativa. La risposta, dipenderà dal grado di confusione degli interlocutori.

Ovvero?

L’idea di Letta è scaltra perché rilancia la palla nel campo dei populisti. Il Movimento 5 Stelle è in una fase molto complessa e le prese di posizione di Conte spesso sono altalenanti. Storicamente i pentastellati scontano un retaggio no vax che affonda radici lontane.

Nonostante l’approccio piuttosto rigorista durante le chiusure del Governo Conte bis.

Certo, ma le cose non sono da vedersi in contraddizione. Nel senso che allora, ancora, non era emersa la tematica relativa alle vaccinazioni. Era qualcosa di molto lontano e aleatorio. Ora è realtà.

Anche Salvini sulle vaccinazioni ha un atteggiamento piuttosto ondivago. Pur essendosi vaccinato.

La Lega ha un’altra storia ancora, tanto più che in questo momento storico anche la campagna vaccinale è diventato terreno di contesa tra le diverse componenti della coalizione di centrodestra e, segnatamente, tra il Carroccio e Fratelli d’Italia. Sono convinto che, nonostante la proposta di Letta, Salvini continuerà ad essere ambiguo sui vaccini.

Letta nella sua intervista ha dichiarato di non voler fare polemica con Salvini. Dunque è ragionevole pensare che si aspetti una risposta positiva più dal Movimento 5 Stelle?

Attualmente i Cinque Stelle sono troppo divisi per esprimersi in maniera chiara e univoca su questo tema. I nodi da sciogliere sono troppi.

A proposito di nodi da sciogliere, pare che sulla riforma della Giustizia Conte e Draghi abbiano trovato un punto di caduta. La linea del Governo si è dimostrata aperta ad alcune istanze portate avanti dai pentastellati, che tuttavia non snaturano l’impianto generale della riforma di Marta Cartabia.

Tutti gli accordi finalizzati a fare approvare questa riforma sono da salutare con estremo favore. Draghi, coerentemente al suo mandato, aveva aperto a ritocchi sulla riforma elaborata dalla Guardasigilli. Questa apertura era finalizzata accogliere parte delle istanze di parte della magistratura, rivendicate a gran voce da una parte della politica. Ancora una volta, il nodo rimane in carico ai 5 Stelle. Peraltro mi pare che l’accordo raggiunto fra Conte e Draghi sia ragionevole. Ora dovrà spiegarlo a Bonafede, suo fedelissimo, che aveva alzato vertiginosamente la posta in gioco.

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