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Renzi punta a destra. Conte? Dovrà tenere insieme pochette e urlo. Il punto di Ignazi

Il politologo Ignazi legge la situazione del centrosinistra alla luce delle recenti dichiarazioni del leader di Italia Viva. “Se i centristi sposano le battaglie progressiste, ottimo. Ma Renzi punta agli elettori di Forza Italia”. La difesa del reddito di cittadinanza da parte del Pd? “Bene, è una battaglia di civiltà”. Conte? “Si muove bene tra passato anti-politico e futuro istituzionale”

Il leader di Italia Viva ha fatto, ancora una volta, capire di essere sideralmente distante dalle posizioni del Movimento 5 Stelle. Seppur rinnovato, seppur guidato da Conte. La battaglia di Matteo Renzi per l’abolizione del reddito di cittadinanza continua senza tregua. Nell’ampia intervista che ha rilasciato ieri a Libero il senatore toscano non ha risparmiato attacchi. Senza esclusione di colpi. Ma in questo modo, sta perfezionando il suo allontanamento dal centro sinistra? Oppure il centrosinistra, scegliendo il Movimento 5 Stelle come partner ideale, sta rinunciando alla fetta di elettori centristi che gravitano nell’orbita renziana-calendiana e radicale? Per rispondere a questi interrogativi abbiamo fatto due chiacchiere con Piero Ignazi, docente all’università di Bologna e politologo di lungo corso.

Ignazi, il leader di Italia Viva ha lanciato una sorta di ultimatum al campo progressista: o con me o con i 5 Stelle. Se lo aspettava?

Personalmente invertirei la prospettiva: è Italia Viva che, per bocca del suo leader, sta rinunciando ad essere parte integrante del campo progressista. Si conferma una deriva verso destra del partito di Matteo Renzi, con evidenti abboccamenti a Forza Italia. Per lui andare a destra è un approdo naturale.

Che cosa ha in mente secondo lei?

La costruzione di un contenitore di centrodestra alternativo alla Lega di Salvini e a Fratelli d’Italia di Meloni. Il problema, per lui, è che non c’è molto spazio. Non vedo un grande margine di manovra, dunque sarà un movimento a vocazione minoritaria.

Lei ha letto il libro di Matteo Renzi, Controcorrente?

Mi sembra quasi una domanda provocatoria…

Le parole più generose, nel testo del senatore fiorentino, sono rivolte a Silvio Berlusconi.

Non mi sorprende. Ripeto, Renzi vuole attingere al campo moderato (di centrodestra) per costruire un nuovo movimento che si collochi in quella zona politica.

Il Pd difende a spada tratta il Reddito di Cittadinanza. Perché?

Perché, finalmente, ha capito che la battaglia per la salvaguardia del reddito di cittadinanza è una battaglia di civiltà. Alla luce anche di questi presupposti il Pd deve continuare nel modo più assoluto a proseguire con il proprio percorso politico accanto al Movimento 5 Stelle. Anche perché per adesso non c’è molto altro.

Rinunciando ai centristi?

Se qualcuno di centro decidesse di abbracciare le battaglie del campo progressista, sarebbe senz’altro ben accetto.

Come vedrebbe Pier Ferdinando Casini al Colle, successore di Sergio Mattarella?

Penso che non farebbe danni. Però per succedere a una personalità come quella dell’attuale presidente della Repubblica occorrono elementi che Casini non ha: serve Mario Draghi.

Ma cadrebbe il Governo in questo modo.

Ben venga, si tornasse alle urne. A mio modo di vedere è molto meglio avere per sette anni una persona della risma di Mario Draghi al Colle piuttosto che averlo per altri due al Governo.

L’esito delle urne come lo vede?

Sono pronto a scommettere una Ferrari con chi è in grado di prevedere l’esito del voto alle prossime politiche.

Il prossimo appuntamento elettorale sono le amministrative.

Tornino, Milano e Bologna posso già dire con una buona dose di certezza che verranno o confermate o consegnate al centrosinistra. A Napoli ci sono delle buone possibilità. L’unico punto interrogativo, come sempre, rimane Roma nella quale può succedere di tutto.

Come giudica i primi passi del nuovo corso impresso da Conte al Movimento 5 Stelle?

Nel complesso positivamente. L’ex premier deve affrontare due sfide: da un lato il rinnovamento del partito, rendendolo più istituzionale. In questo sta facendo un importante lavoro di recupero delle antiche battaglie, ad esempio sull’ambiente ma declinate in maniera diversa. D’altra parte Conte non può dimenticare che tanti voti il Movimento li ha presi dall’anti politica. Far coesistere queste due componenti non sarà facile. Lui tuttavia ha il carisma e la personalità per farlo, oltre a poter contare su una credibilità internazionale che pochi altri possono vantare. Insomma, deve saper tenere assieme la pochette e l’urlo.

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