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Sindrome dell’Avana a Berlino. Cosa è successo ai funzionari Usa?

Due casi di funzionari americani colpiti dalla misteriosa sindrome a Berlino di cui hanno sofferto diversi altri statunitensi in giro per il mondo. Sospetti su operazioni di spionaggio aggressive continuano

Due funzionari dell’ambasciata degli Stati Uniti a Berlino sono stati colpiti da un misterioso problema di salute noto come “Sindrome dell’Avana”. Entrambi stavano lavorando a progetti relativi alla Russia.

I sintomi, tra cui nausea, forti mal di testa, dolore alle orecchie, affaticamento, insonnia e lentezza, corrispondevano a quelli osservati per la prima volta nel 2016 tra i diplomatici statunitensi a Cuba (da qui il nome). Da allora sono stati osservati in Cina, Russia e Austria, con casi non confermati in Polonia, Taiwan, Georgia e persino a Washington.

Nel corso degli anni è emerso che i malori potrebbero essere causati da attacchi che utilizzano energia a radiofrequenza come le radiazioni a microonde. È una questione avvolta da mistero su cui la Cia sta indagando attraverso una task force guidata dall’alto ufficiale che ha coordinato la caccia a Osama bin Laden. Il precedente del capo della task force è un termine di confronto per comprendere quanto gli americani abbiano preso seriamente la questione. William Burns, il direttore della CIA, ha dichiarato il mese scorso che circa 100 agenti e famigliari erano tra i 200 funzionari e parenti statunitensi affetti dalla sindrome.

Un paziente che si è recentemente trasferito da un non specificato incarico in una capitale europea al Centro medico militare nazionale Walter Reed nel Maryland ha raccontato al Wall Street Journal che i medici gli hanno diagnosticato una lesione cerebrale del tipo osservato nelle persone esposte alle onde d’urto dovute alle esplosioni. Il paziente ha detto che i sintomi sono stati preceduti da dolore acuto all’orecchio, rumore elettronico intenso e pressione nelle orecchie.

Il dipartimento di Stato americano ha rifiutato di confermare i casi a Berlino, ma ha affermato che indagare sugli “incidenti sanitari anomali” era una priorità per la quale era stata istituita quella task force. Ned Price, portavoce di Foggy Bottom, ha affermato che c’è stato un “grande sforzo” per trovare la causa e “fornire il livello di cura, il livello di comunicazione, il livello di feedback di cui i nostri dipendenti hanno bisogno e meritano”.

Uno dei due colpiti anella capitale tedesca lavorava a programma di indagine sugli attacchi informatici russi. L’altro si occupava del gasdotto Nord Stream 2 (che collegherà la Russia alla Germania e che è di fondo osteggiato dagli Usa). I funzionari sono stati rimandati negli Stati Uniti, secondo quanto riportato dal quotidiano Bild. Sembra che siano stati presi di mira nelle loro case e anche i membri delle rispettive famiglie si sono ammalati. C’entra qualcosa con quel che gli è successo l’incarico che svolgevano?

Il ministero degli Esteri della Germania ha dichiarato di essere a conoscenza di quanto accaduto, ma non disponeva di informazioni proprie. La notizia dell’attacco al personale dell’ambasciata statunitense a Berlino è arrivata dopo l’arresto la scorsa settimana di David Smith, un impiegato dell’ambasciata britannica nella capitale tedesca, con l’accusa di aver venduto informazioni alla Russia. Berlino, covo di spie durante la Guerra Fredda, è rimasto un punto di riferimento per gli agenti anche dopo la caduta del muro di Berlino.

Funzionari tedeschi dicono al Times che le attività di spionaggio sono cresciute negli ultimi anni con il deteriorarsi delle relazioni tra Russia e Occidente seguita all’annessione della Crimea. Il Nord Stream 2 è considerato uno dei fattori dietro a questo: il mese scorso gli Stati Uniti e la Germania hanno raggiunto un accordo per consentire il completamento del gasdotto nonostante le critiche bipartisan di Washington, secondo cui il progetto avrebbe dato al Cremlino maggiore influenza in Europa a spese dell’Ucraina, la principale via di esportazione del gas russo.

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