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Venezuela e M5S, che cosa ha detto ai pm l’ex capo degli 007 di Maduro

Interrogato dai pm italiani a Madrid, Hugo Carvajal si è reso disponibile a raccontare i dettagli del finanziamento illecito a partiti europei e governi latinoamericani, ma a condizione che… Le indagini in corso e i personaggi coinvolti

Hugo Armando “El Pollo” Carvajal, ex capo degli 007 del regime venezuelano, ha parlato con i pubblici ministeri italiani. Dopo l’autorizzazione dell’Udienza Nazionale di Spagna, il militare in pensione, arrestato a Madrid e in attesa di estradizione negli Stati Uniti, si è detto disposto a fornire dettagli sul presunto finanziamento irregolare dei governi di Hugo Chavez e Nicolas Maduro al Movimento 5 Stelle. Lo farà, però, solo se riceverà garanzie, tra cui lo stop alla temuta estradizione negli Usa.

Durante l’interrogatorio – che è stato secretato in Italia e in Spagna – erano presenti i rappresentanti della Procura di Milano, Maurizio Romanelli e Cristiana Roveda; il capo dell’Udienza Nazionale, Jesús Alonso; e il giudice spagnolo Joaquín Gadea, secondo l’agenzia spagnola Efe.

L’avvocato di Carvajal, Dolores de Argüelles, si è rifiutata di rispondere alle domande della stampa. Si è limitata a dire che non la sorprende l’interesse della Procura italiana di interrogare Carvajal.

In Italia è in corso un’indagine – aperta un anno e mezzo fa – sulla presunta consegna nel 2010 di 3,5 milioni di dollari in una valigia diplomatica al consolato venezuelano di Milano, destinata al fondatore del Movimento 5 Stelle, Gianroberto Casaleggio.

Come capo dei servizi di intelligence venezuelani all’epoca, Carvajal avrebbe tutti i dettagli sul trasferimento di questo denaro, così come il finanziamento ad altri partiti politici in Europa (Podemos in Spagna, per esempio) e governi alleati al regime venezuelano in America latina (Argentina, Ecuador, ecc.).

Durante l’interrogatorio di ieri, “El Pollo” ha dato poche risposte concrete alle domande dei pm milanesi in trasferta a Madrid. Da quanto si legge sul Corriere della sera, l’ex militare ha “insistito a subordinare la propria disponibilità […] a concrete garanzie sulla propria posizione giudiziaria e sulla sicurezza per sé e per sua moglie”.

Carvajal attende l’estradizione negli Stati Uniti, dove già si trova Alex Saab, accusato di essere prestanome di Maduro, anche lui con legami e indagini aperte in Italia. E non solo: le autorità spagnole hanno già autorizzato l’estradizione di Claudia Díaz, infermiera di Chavez ed ex tesoriere del Venezuela, e il marito Adrián Velásquez Figueroa, guardia del corpo di Chavez. Le accuse, quasi per tutti, sono riciclaggio di denaro, corruzione e legami con il narcotraffico.

Intanto, la difesa di Carvajal vuole chiedere la libertà condizionata con un dispositivo elettronico. Dopo due fughe, Carvajal ha usato diverse strategie per frenare l’estradizione, tra cui la richiesta di asilo in Spagna, che è stata negata, e il ricorso al Tribunale supremo spagnolo, anche questo respinto. Ora sembra giocarsi l’ultima carta: l’offerta di collaborare nelle indagini, in Spagna e in Italia.

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