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Cosa chiede il papa a Maria. La sfida alla guerra

La consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore immacolato di Maria è il gesto di papa Francesco contro il pensiero cristiano di tipo messianico e apocalittico, che parlano di una lotta finale tra il Bene e il Male, nell’imminenza della fine del mondo. Bergoglio ha scelto di definire questa guerra sacrilega compiendo un rito che possa raggiungere cuore e menti delle persone

Il sei marzo trascorso il patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Sua Beatitudine Kirill, nella sua omelia davanti ai fedeli ha detto che “ciò che sta accadendo oggi nell’ambito delle relazioni internazionali non ha solo un significato politico. Stiamo parlando di qualcosa di diverso e molto più importante della politica. Stiamo parlando della salvezza umana, su dove finirà l’umanità, da che parte di Dio Salvatore, che viene nel mondo come Giudice e Creatore, a destra o a sinistra… Tutto quanto sopra indica che siamo entrati in una lotta che non ha un senso fisico, ma un significato metafisico”.

A sua avviso da una parte c’è la Russia, depositaria dei valori tradizionali e di uno Stato cristiano che segue la legge di Dio, dall’altra l’Occidente, che governa gran parte del mondo: “Oggi esiste una prova per dimostrare la lealtà a questo governo [il potere mondiale occidentale prima evocato], una specie di lasciapassare verso quel mondo “felice”, il mondo del consumo eccessivo, il mondo della ‘libertà’ visibile. Sapete che cos’è questa prova? Una prova molto semplice e allo stesso tempo terribile: è il gay pride. Le richieste a molti di organizzare un gay pride sono una prova di lealtà a quel mondo molto potente; e sappiamo che quando le persone o i Paesi rifiutano queste richieste, allora non possono entrare in quel mondo, ne diventano estranei. […] I gay pride sono progettati per dimostrare che il peccato è una delle variabili del comportamento umano. Ecco perché per entrare nel club di quei Paesi è necessario organizzare una parata del gay pride. Non per fare una dichiarazione politica, un “siamo con te”, non per firmare accordi, ma per organizzare una parata gay. E sappiamo come le persone resistono a queste richieste e come questa resistenza viene repressa con la forza. Ciò significa che si vuole imporre con la forza un peccato condannato dalla legge di Dio, e quindi imporre con la forza alle persone la negazione di Dio e della sua verità. […] Intorno a questo argomento oggi c’è una vera guerra”.

L’argomento è centrale, decisivo: “Se l’umanità riconosce che il peccato non è una violazione della legge di Dio, se l’umanità concorda sul fatto che il peccato è una delle opzioni per il comportamento umano, allora la civiltà umana finirà lì. E le parate gay sono progettate per dimostrare che il peccato è una delle variazioni del comportamento umano”.

A questa visione ieri ha risposto il metropolita ortodosso di Kiev, Epifanio, capo della Chiesa ortodossa, ma scismatica da Mosca: “Quello che sta accadendo ora in Ucraina non è solo una guerra, in conflitto armato tra i due Paesi, come a volte pensano gli estranei. Ecco la lotta delle tenebre contro la luce, la morte contro la libertà. La Russia come Stato divenne la personificazione dell’oscurità, l’impero del male, la tirannia della schiavitù, E la prova di ciò è la distruzione e l’omicidio che la Russia ci ha portato. C’è luce in queste opere? Sono vere tutte le parole con cui la Russia giustifica i suoi crimini? No. E da questo possiamo essere convinti ancora una volta che il male pianificato da Mosca non avrà successo. Perché non sono la Stato russo e l’esercito russo ad essere benedetti, ma le maledizioni e le condanne che il Signore promette ai servi del diavolo. Condanna e maledizione, punizione spietata dell’Onnipotente attendono assassini e assassini, perché amano il male e l’oscurità”.

A me sembra che siamo in pieno mimetismo: una posizione viene espressa con nettezza e dalla parte opposta se ne assume la logica in modo analogo ma capovolto.

Per chiunque non creda che esistano i Figli del Bene e i Figli del Male, ma il Bene e il Male che sono nel mondo e vanno cercati, riconosciuti, e che quindi Dio non è spietato, ma misericordioso con tutti coloro che arrivano a riconoscere il Male, si capisce il significato enorme dello sforzo drammatico di papa Francesco che, come si legge nel testo che sta per leggere, afferma: “Solennemente affidiamo e consacriamo al tuo Cuore immacolato noi stessi, la Chiesa e l’umanità intera, in modo speciale la Russia e l’Ucraina”.

Questa decisione di consacrare a Maria, Regina della Pace, noi stessi, a partire da chi scrive e chi legge, quindi la Chiesa, cioè tutta la Chiesa di Cristo, diciamo tutte le Chiese cristiane, e quindi l’umanità intera a partire da Russia e Ucraina, vuol dire chiederle di aiutarci a capovolgere la logica appena illustrata, cambiando i nostri cuori.

La guerra in Ucraina non solo è guerra in gran parte tra cristiani appartenenti allo stesso rito. Questo che io sappia non è mai accaduto prima. E Francesco non può non considerarlo, non saperlo. Qui a me sembra evidente che si trasformi il senso di un’iniziativa, il Consacrare al Cuore immacolato di Maria, che è nata con le apparizioni di Fatima e si è concretizzata più volte, soprattutto davanti alla Prima e la Seconda Guerra mondiale, nella richiesta di convertire al cristianesimo forze al cristianesimo contrarie.

Ora, davanti a questa Terza Guerra mondiale, questa guerra mondiale combattuta a pezzi, Francesco vede un rischio nuovo. A mio avviso vede il rischio di un pensiero cristiano di tipo messianico, quello che vede in un determinato Stato una sorta di Regno di Cristo già realizzato in terra, e di un pensiero cristiano apocalittico, quello che parla di una lotta finale tra il Bene e il Male, nell’imminenza della fine del mondo.

In questa lotta si chiede ai fedeli di fare di tutto per sconfiggere il Male e far favorire così il più rapido ritorno del Messia, il suo trionfo finale.

Ecco l’urgenza del papa, e anche la sua scelta di definire questa guerra sacrilega senza mai nominare nessuno. Il sacrilegio bellico, scatenato da Mosca, infatti non si sconfigge con un rito da esorcisti, ma raggiungendo il cuore e le menti delle persone.

Russia e Ucraina non sono più Paesi dominati dal comunismo o dall’ateismo di Stato, bensì Paesi cristiani. Dunque nulla va lasciato intentato sulla via dell’ecumenismo, cioè della riconciliazione di tutti i cristiani, perché solo l’affidamento a Maria di tutta la loro identità può riuscire a riportare la pace, alla pace. E cosa chiede il papa a Maria? “Attraverso di te si riversi sulla Terra la divina Misericordia”. La divina Misericordia davanti alla devastazione, ai ponti distrutti (i ponti, il segno più caro a Francesco), gli asili bombardati, il proprio figlio, o il proprio genitore preso in ostaggio, milioni di fratelli in fuga, giovani spaventati mandati al fronte, donne abusate, madri straziate, mariti attoniti… Ecco il punto: “Fa di noi degli artigiani di comunione”. Per me vuol dire che abbiamo una comunione di destino, non un destino fratricida.

Il pensiero messianico è potente, illude Kirill che il Regno di Dio sia di questo mondo e che Putin lo esprime e guida contro l’Occidente corrotto. A Kiev Epifanio si adegua capovolgendo il discorso.

Il pensiero apocalittico però è più forte ancora, perché crede di mettere nel nostro far guerra la possibilità di avvicinare la fine del mondo, che porterà alla vittoria finale di Dio. Insomma come spesso gli accade Francesco ha capito la vera sfida: se non viene capito il rischio è evidente.

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