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Americani liberi, il dialogo Usa-Venezuela passa ai fatti

Dopo l’incontro tra Maduro e una delegazione del governo di Biden sono stati rilasciati due cittadini americani arrestati “ingiustificatamente”. Ma l’obiettivo sarebbe un accordo energetico con Caracas per fare a meno della Russia. Molte le critiche interne: “Comprare petrolio a Maduro o a Putin è lo stesso”

Il leader del regime venezuelano, Nicolás Maduro, ha confermato in un messaggio televisivo di avere incontrato questo fine settimana funzionari di alto livello del governo degli Stati Uniti al palazzo di governo Miraflores di Caracas. La riunione, secondo lui, è stata “rispettosa, cordiale e molto diplomatica […] C’erano anche le bandiere degli Stati Uniti e il Venezuela, si vedevano molto carine unite”.

Anche la Casa Bianca ha confermato l’incontro, in cui si è parlato di sicurezza energetica, da quanto riferito dalla portavoce Jen Psaki. Questa riunione è la prima tra rappresentanti degli Stati Uniti e il Venezuela, in seguito alla rottura di rapporti nel 2019 come effetto delle sanzioni contro funzionari del regime di Maduro, il riconoscimento del governo ad interim di Juan Guaidó da parte degli Usa e l’accusa di frode elettorale.

“Ci siamo accordati per lavorare a un’agenda partendo dal rispetto e la speranza del mondo – ha dichiarato Maduro -, per portare avanti benessere e pace ai popoli della regione”. Non sono stati forniti altri dettagli dei colloqui né se sono previsti altri incontri.

L’agenzia Reuters sostiene che nella delegazione americana c’era Juan González, principale consigliere della Casa Bianca per gli affari latinoamericani, l’ambasciatore James Story e Roger Carstens, inviato speciale degli Usa per il caso dei prigionieri. Dalla parte venezuelana, invece, c’erano Maduro, la moglie e deputata, Cilia Flores, e il presidente dell’Assemblea Nazionale, Jorge Rodríguez. Dopo l’incontro con Maduro, la delegazione americana ha incontrato anche Guaidó e altri rappresentanti dell’opposizione venezuelana.

I primi risultati del ravvicinamento tra il governo americano e il regime venezuelano sono stati immediati. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha riferito che due cittadini americani che erano stati arrestati “ingiustamente” in territorio venezuelano sono stati liberati. “Stiamo portando a casa Gustavo Cardenas e Jorge Fernandez”, ha scritto Biden in una nota ufficiale.

Cardenas era stato arrestato nel 2017 per il caso Citgo, filiale americana della compagnia petrolifera statale Pdvsa, accusato di corruzione, mentre Fernandez è agli arresti dal 2020 per altri reati.

“Questi due uomini sono padri di famiglia che hanno perso tempo prezioso con i loro figli e tutti i loro cari – ha aggiunto Biden – e le loro famiglie hanno sofferto ogni giorno la loro assenza”. La vicenda rimanda “ai nomi e alle storie di tutti gli statunitensi che sono arrestati ingiustamente e contro la loro volontà in Venezuela, in Russia, in Afghanistan, in Siria, in Cina, in Iran e in altre parti del mondo”.

Gli Usa stanno cercando di riallacciare i rapporti (anche economici) con il Venezuela per isolare ancora di più Vladimir Putin, uno dei principali alleati di Maduro, e trovare una soluzione al problema del rifornimento di petrolio, come anticipato da Formiche.net.

Secondo l’emittente Cnn, il governo americano valuta addirittura la possibilità di allentare le sanzioni al regime venezuelano, in modo che il Paese possa produrre più petrolio e venderlo sul mercato internazionale. E Maduro ci sta. “Se necessario per la stabilità del mondo, siamo pronti ad aumentare la produzione di idrocarburi”, ha confermato.

Ma questo scenario genera molta resistenza da parte dei legislatori, che si oppongono ad cambio di linea contro la dittatura venezuelana. Il senatore americano Marco Rubio critica l’incontro a Caracas. Su Twitter ha scritto: “Che Biden organizzi riunioni segrete con il narcoterrorista Maduro senza nemmeno informare ai venezuelani che hanno sofferto e rischiato tutto per opporsi a Maduro e un vile tradimento”. Carlos Vecchio, rappresentante di Guaidó negli Usa, ha twittato: “Comprare petrolio a Maduro o a Putin è lo stesso. È petrolio di sangue”.

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