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Dopo Shanghai, il Covid mette in ginocchio Pechino

Chiuse le scuole, cancellati voli e vietati funerali e matrimoni. L’aumento dei contagi preoccupa le autorità, mentre il Politburo pensa a una strategia per placare gli effetti devastanti dal punto di vista economico. La Cina verso una politica “zero-Covid dinamica”?

Il Covid-19 non si ferma in Cina. Nonostante la rigida politica zero Covid del governo cinese, i casi sono in continuo aumento. Nel Paesi ci sono 46 città in lockdown totale o parziale per combattere la diffusione della variante Omicron. Circa 343 milioni di persone, in province che rappresentano circa l’80% del Pil, sono colpite dalle limitazioni.

Giovedì sono stati annunciati solo 50 nuovi casi, portando il totale nell’ultima ondata di infezioni a circa 150. Numeri radicalmente bassi, a confronto con quelli di altri Paesi, ma restano un fallimento della strategia sanitaria seguita dalle autorità cinesi.

Le critiche arrivano soprattutto dall’interno. Wang Sicong, figlio di uno degli uomini più ricchi della Cina, è stato bandito dalla piattaforma Weibo dopo aver messo in dubbio l’efficacia di un prodotto chiamato Lianhua Qingwen della Shijiazhuang Yiling Pharmaceutical, usato per combattere il virus. Con circa 40 milioni di follower, Wang ha chiesto con un post se il prodotto fosse stato approvato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Ad oggi, il governo di Pechino ha cercato di evitare in altre regioni le misure radicali imposte a Shanghai durante l’ultimo mese, a causa dei disordini e le proteste sui social network per la mancanza di cibo e medicine. A marzo, sono partite più di 20.000 lettere di avvertimento per la contraffazione dei prezzi dei prodotti alimentari, che in alcuni casi sono stati aumentati del 360%.

A Pechino sono stati ordinati test di massa per circa 20 milioni di persone e oltre alle scuole, sono stati imposte confinati interi quartieri, palazzi e università. Vietati anche la celebrazione di matrimoni e funerali. Mentre nella città di Guangzhou, uno dei principali centri produttivi del Paese, sono stati cancellati centinaia di voli e testati circa sei milioni di persone. Tuttavia, le voci di un inasprimento delle limitazioni in tutto il territorio cinese stanno aumentando.

I timori per una nuova stretta del governo hanno svalutato la moneta cinese. Lo yuan continua a cedere spazio al dollaro, arrivando ai minimi degli ultimi 18 mesi con uno spot rate di 6,6464 (+0,33%) e un offshore rate di 6,6892 (+0,47%). La Banca centrale cinese ha immesso 10 miliardi di yuan (circa 1,51 miliardi di dollari) contro termine per mantenere la liquidità nel sistema bancario.

Gli effetti di questa situazione dal punto di vista economico preoccupano particolarmente il Politburo del Partico Comunista Cinese. L’incontro del vertice, composto da 25 funzionari, incluso il presidente Xi Jinping, si è concentrato nell’analizzare l’attuale crisi e il lavoro economico, mettendo in evidenza i risultati ottenuti dall’inizio del 2022 nel controllo della pandemia con lo sviluppo sociale ed economico.

In una nota dell’agenzia Xinhua si legge che l’economia cinese ha dovuto fare fronte alle crescenti complessità e incertezze, rendendo ancora più importante la ricerca della stabilità: “Per questo il Politburo ha rinnovato il sostegno al principio ‘prima le persone, prima la vita’ e all’approccio ‘zero-Covid dinamico’ per proteggere la vita e la salute delle persone e per ridurre al minimo l’impatto dell’epidemia sullo sviluppo economico e sociale”.

Il vertice ha chiesto “l’adeguamento delle politiche macroeconomiche, la solida stabilizzazione dell’economia, il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo economico e sociale attesi nel corso dell’anno e il mantenimento dell’operatività economica entro limiti ragionevoli”. Tra le misure proposte ci sono “sgravi e riduzioni fiscali e taglio delle tasse” e un “buon uso degli strumenti di politica monetaria” per stabilizzare il mercato e assistere le industrie e le piccole, medie e microimprese che sono state colpite dalla pandemia.

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