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I cattolici si fidino di Meloni. Il terzo polo? Farà cronaca ma non la Storia. Parla Rotondi

“Solo il centrodestra può ambire a rimettere al centro della politica il pensiero di Sturzo, perché nelle sue diverse componenti, la coalizione ambisce a combattere la statalizzazione, la partitocrazia e la corruzione”. Candidato nelle liste di Fratelli d’Italia, l’ex ministro e più volte deputato Gianfranco Rotondi, già berlusconiano di ferro, spiega le ragioni del suo sostegno alla coalizione guidata da Giorgia Meloni

Pochi giorni fa in un editoriale sul Corriere, Galli della Loggia faceva cenno al grande silenzio dei cattolici. Un mondo che manca quasi del tutto dalla discussione politica. E, quando c’è, viene trattato alla stregua “dei tassinari, o di altre categorie: un mercato elettorale a cui concedere talvolta qualcosa, senza però interpretarne le istanze. Altra cosa è invece il cattolicesimo politico, nel quale ho militato e nel quale credo”. Gianfranco Rotondi, deputato, ex ministro e già segretario della Democrazia Cristiana per le Autonomie, nella sua analisi parte da questa demarcazione netta.

L’obiettivo dei politici è quello di acquisire consenso per poi scalare i posti di governo. Non c’è dunque da meravigliarsi se i partiti si rivolgano ai cattolici per fini elettorali.

Infatti, ma ciò che affermo è che pochi hanno in mente la cultura e l’ispirazione politica autenticamente cattolica che è rappresentata dal popolarismo. Ciriaco De Mita, prima di morire, ribadì questo concetto: l’unica cultura politica vincente nella storia è il popolarismo figlio di don Sturzo. Comunismo e fascismo, invece, sono state confinate alla fogna della Storia.

Nei decenni, gli esponenti dei partiti di ispirazione cattolica e popolare si sono però dispersi in mille rivoli…

La vecchia struttura comunista è stata la vittima della Dc, basti pensare alle storie politiche di Enrico Letta, Matteo Renzi e Dario Franceschini. Ma il mettersi a capo della vecchia ditta comunista ha prodotto benefici solo per loro, come carriera politica. Per il resto questa operazione ha comportato un’erosione costante della base elettorale dei vecchi comunisti.

Dunque perché è così difficile immaginare un partito che si ispiri al modello popolare?

Perché il popolarismo è un modo di fare politica da assumere in maniera integrale, non parziale. Non ci può definire popolare sui temi etici ma non su quelli sociali. E viceversa.

Non c’è, nei partititi di oggi, l’ambizione di interpretare il pensiero di don Sturzo e dunque raccogliere l’ampio bacino dei cattolici?

Penso che solo il centrodestra possa ambire a rimettere al centro della politica il pensiero di Sturzo, perché nelle sue diverse componenti la coalizione ambisce a combattere la statalizzazione, la partitocrazia e la corruzione. Tutte tematiche affrontate da Sturzo, sul cui pensiero si può fondare la destra moderna. E, in questo senso, credo che Giorgia Meloni sia una leader di cui i popolari si possano fidare.

Anche il terzo polo, animato dall’ex Dc Matteo Renzi, potrebbe concorrere in questo senso…

Il terzo polo è un partito libera-chic. Raccoglieranno qualche voto di deluso dal Pd e di deluso da Forza Italia. Calenda e Renzi possono ambire a fare “cronaca”, ma non faranno la Storia.

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