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Centro e sinistra, le illusioni di Castagnetti secondo Gargani

Lo storico esponente democristiano: “Dallo scorso 25 settembre il centro non c’è più, per cui invito tutti a non parlare di centrodestra. Ora c’è un governo di destra. Da trent’anni cerco di superare la diaspora della Democrazia Cristiana e credo che, paradossalmente, la vittoria della destra dovrebbe convincere tutti che c’è bisogno di una sinistra come c’è bisogno di un centro”

Castagnetti si è illuso che il centrismo potesse trovare ancora casa nel Pd, dice a Formiche.net Giuseppe Gargani, storico esponente della Dc a cui ha aderito nel 1956. Deputato per sei legislature e per tre europarlamentare con Forza Italia, Gargani riflette a voce alta sulle prospettive sia del Pd che del centro, dal momento che lo scorso 25 settembre la vittoria della destra è da considerarsi a tutti gli effetti come uno spartiacque storico nella vita repubblicana italiana.

Nel Pd c’è un problema di rappresentanza e rappresentatività del centro, come ha osservato Castagnetti?

Mi meraviglio di Castagnetti che si allarma solo adesso: il Pd ha perduto da una vita la posizione centrista, forse non l’ha mai avuta. Dal momento che Castagnetti rappresenta la Margherita, che si era fusa in maniera approssimativa con gli eredi del Pci, forse si è illuso in questi anni che la posizione centrista potesse avere uno spazio preminente all’interno del partito.

E invece?

La fusione a freddo ha dato prevalenza agli ex comunisti e non agli ex democristiani. Chi dei centristi ha usufruito del potere, come Franceschini, si è poi adagiato su quel potere, accontentandosi di questo ed evitando di poter permeare il partito della loro cultura e della loro posizione. A Castagnetti voglio molto bene: è un popolare quindi io sono legato a lui per questo, ma ricordi che quando c’era il Partito comunista convivevano le posizioni riformiste e le posizioni chiamiamole tra virgolette rivoluzionarie-anticapitaliste. Erano comunque posizioni diciamo di sinistra che esistevano perché il Partito comunista era un grande partito e quindi faceva convivere queste due questioni.

Oggi?

Oggi non è più possibile. Per cui Castagnetti deve trarre le sue conseguenze e mi troverà su quella linea al congresso di febbraio: il mio messaggio al Pd è il seguente. Se sceglie la sinistra allora si chiami socialista, un termine che non può essere surclassato oppure siccome non farà una scelta riformista-centrista credo che sarà veramente perduto.

Per quale ragione?

Perché, per la prima volta dal dopoguerra, in Italia alle elezioni ha vinto la destra e quindi noi abbiamo davvero la Seconda Repubblica. Le terze, individuate dalla stampa, erano semplici variazioni sul tema della Prima Repubblica: la sinistra e la destra non hanno mai davvero governato in Italia, a volte il centrodestra e altre il centrosinistra. Ma tradizionalmente lo hanno fatto la Democrazia Cristiana con il Pd, per solidarietà nazionale.

Cosa è cambiato dunque?

Che dallo scorso 25 settembre il centro non c’è più, per cui invito tutti a non parlare di centrodestra. Ora c’è un governo di destra.

Quindi?

Quando Berlusconi ha sfiduciato Draghi si è suicidato come centro, anche per il suo riferimento al Partito popolare europeo. Da trent’anni cerco di superare la diaspora della Democrazia Cristiana e credo che, paradossalmente, la vittoria della destra dovrebbe convincere tutti che c’è bisogno di una sinistra come c’è bisogno di un centro. Per quanto mi riguarda lavoro per i Popolari Uniti e quindi questo è il mio messaggio anche a Castagnetti che si accorge dell’assenza del centrismo lì dove non c’è mai stato.

Ma oggi il centro dov’è?

Castagnetti si avvede di questa esigenza e ci dice che il centrismo è sfuggito, perché fino a ieri certe posizioni convivevano e oggi non convivono più. Per cui, visto che ha vinto la destra, o il si forma il centro e quindi l’occasione di risorgere per Berlusconi, oppure il Pd non si salverà.

Perché?

Perché fa le primarie e le primarie sono il contrario di un partito organizzato, hanno il sapore di un populismo di sinistra per cui il partito non si salverà. Allora il mio messaggio è che se il Pd riscoprirà la sinistra si dovrà chiamare socialista, così come accade nel resto d’Europa e, in quel caso, si potrà formare un centro. Questa è la vera possibilità per la politica italiana di avere una sua fisiologia. Se n’è accorto solo ora il mio amico Castagnetti, ma non è mai tardi.

@FDepalo

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