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Stella Rimington, pioniera dei Servizi che ha abbattuto i tabù

Di Maria Gabriella Pasqualini

Prima di lei l’idea della spia donna era legata allo stereotipo di escort prezzolata, donna di facili costumi; al massimo era una ammirata nobildonna, se spinta da motivi ideologici. L’intervento di Maria Gabriella Pasqualini, studiosa e docente dei servizi di sicurezza

Il Financial Times ha pubblicato di recente un piacevole articolo sulle vite segrete delle più importanti attuali agenti donne di MI6 (Secret Intelligence Service). Non ha ricordato colei che nel 1991, divenne direttore generale di MI5 (Security Service – controspionaggio), prima donna a raggiungere la posizione apicale in tutto il settore informativo britannico: Stella Rimington.

È molto interessante leggere la sua autobiografia. Stella non aveva iniziato questo lavoro a Londra, né era stata reclutata come agente. Fu un caso della vita.

Moglie di un diplomatico, aveva accompagnato nel 1965 il consorte in India a New Delhi. La vita diplomatica l’annoiava profondamente. Accettò molto volentieri l’offerta di un primo segretario accreditato in ambasciata presso il governo indiano. In realtà “il diplomatico” era un agente del controspionaggio. Avendo bisogno di una segretaria dattilografa, propose la posizione a Stella ancora all’oscuro del concetto defence forces for the realm, alla base dell’esistenza di MI5 e MI6.

Ottenuto facilmente il nullaosta di sicurezza, entrò dunque in questo mondo segreto, iniziando a prenderne confidenza.

Nel 1969, finito il periodo all’estero del marito, Stella tornò a Londra e prese contatto con il suo ex capo di New Delhi.

Dopo un favorevole colloquio attitudinale con due funzionari del Servizio, fu assunta come segretaria a livello amministrativo iniziale, come le altre. Il massimo ottenibile erano mansioni dirigenziali in Archivio governato solo da donne.

Comprese subito che le donne erano viste solo assistenti degli agenti, collaborando in ufficio, non partecipando alla raccolta informativa sul campo e mai a operazioni di intelligence mentre gli uomini erano da subito reclutati come agenti. Né alle donne era garantita una progressione di carriera. Molto interessanti nella sua autobiografia le notazioni su come la donna era considerata nei Servizi: una “segretaria, governante di casa” ad alto livello!

Dopo un primo periodo, fu destinata, sempre come assistente, al reparto che si occupava dei Servizi informativi dell’Unione Sovietica, una notevole prova di fiducia. Era il periodo della Guerra Fredda e i Servizi britannici temevano, a ragione, infiltrazioni di agenti doppi. Stella ricorda che tutti lavoravano con il timore che uno dei colleghi potesse essere una spia del blocco sovietico, per cui era applicato il concetto del “non tutti devono sapere tutto”. Dopo la pericolosa vicenda dei “Cinque di Cambridge”, tra cui Kim Philby, già capo della sezione controspionaggio MI6 per due anni e poi ufficiale di collegamento a Washington, vi erano regole ferree per evitare l’uscita di notizie sensibili da quelle strutture.

I tempi stavano cambiando. Con grande decisione, agli inizi degli Anni Settanta, gli elementi femminili del Servizio chiedevano di essere meglio utilizzate in settori anche operativi. Fu proprio Stella, in occasione del suo incontro annuale con il capo del personale, a chiedere con decisione le ragioni per le quali le donne non potessero diventare agenti. Anche all’interno del Servizio si iniziava a percepire la necessità di affiancare agli uomini, alcune donne, per efficientare il Servizio, in quel momento in una fase assai difficile di seri problemi con l’Irlanda.

Stella si era fatta conoscere per la sua intelligenza e quindi promossa agente. Il suo avanzamento di carriera contribuì a rompere una consolidata prassi. Iniziò in quella fase il reclutamento di elementi femminili anche come agenti.

Rimington: una donna che aveva chiare idee sul futuro delle sue simili. Riteneva che un Servizio di intelligence avesse bisogno anche nel settore operativo di donne con la loro sensibilità e potere di sintesi. Era convinta che almeno per i primi tempi, i Servizi informativi nemici non avrebbero mai potuto sospettare di un agente donna, perché allora non era pensabile che un elemento femminile potesse essere impiegato nel settore operativo o dare ordini come capo di dipartimento. L’idea della spia donna era legata allo stereotipo di escort prezzolata, donna di facili costumi; al massimo era una ammirata nobildonna, se spinta da motivi ideologici. Il “mito” di Mata Hari, non spia ma escort di altobordo, ha giocato negativamente per lungo tempo su una seria presenza femminile nell’intelligence.

Stella si fece notare nel contrasto all’eversione divenendo prima direttore della sezione contro terrorismo e nel 1986 direttore del controspionaggio. Nel 1991, direttore generale di MI5, incarico che tenne fino al 1996, quando lasciò il Servizio per limiti di età.

La sua stagione dirigenziale dovette spesso affrontare sia il terrorismo irlandese sia quello che si affacciava nel panorama internazionale, con dirottamenti di aerei e forme di lotta cruenta, come sequestri e finale uccisione di ostaggi. Il che comportava la ricerca di un nuovo approccio per fronteggiare le sfide alla sicurezza internazionale.

Ebbe, dunque, nuove relazioni più strette con i direttori dei Servizi segreti europei. Un grande impegno per Rimington, che impose un nuovo approccio di MI5 all’intelligence, soprattutto quello di condividere informazioni importanti con gli Stati oltre confine, per allertare qualsiasi territorio stesse sotto minaccia terroristica, partecipando a quasi tutte le riunioni dei direttori dei Servizi informativi occidentali, attuando la nuova filosofia operativa di MI5.

Una vera pioniera, non molto conosciuta in Italia, nel settore intelligence, favorendo, con l’esempio della sua serietà e del suo spessore professionale, l’inserimento femminile anche in uno dei settori tradizionalmente appannaggio solo all’elemento maschile.

In Italia, il 12 maggio 2021 l’ambasciatore Elisabetta Belloni ha assunto l’incarico apicale di direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS). Altre donne hanno incarichi rilevanti nei nostri Servizi informativi per la sicurezza dello Stato. I tempi sono cambiati.

(Foto: champions-speakers.co.uk)

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