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Sul sostegno a Kiev siamo con Meloni. Il Pd di Schlein? Ideologico. Parla Danti

Sul posizionamento europeo di Renew, il vicepresidente non ha dubbi: “Se Ppe e Ecr faranno l’alleanza, non ci staremo. E i popolari perderanno la loro anima europeista”. E sui dem: “Il Pd con Elly Schlein si allontana da una visione riformista con una proposta credibile di governo, concentrandosi solo sulle questioni ideologiche”

Il terzo polo sta ultimando le operazioni di fusione tra Italia Viva e Azione. Tutto questo avrà senz’altro un riverbero su scala nazionale, ma – vista l’imminenza della scadenza elettorale – anche sul piano europeo. In proiezione Renew Europe esclude “un’alleanza con l’Ecr”, anche qualora i conservatori dovessero unirsi ai popolari. E in Italia? La votazione delle risoluzioni, l’altro giorno, hanno tracciato una rotta chiara: “Siamo accanto al governo sul sostegno a Kiev”. Mentre il Pd di Schelin sta diventando “sempre più ideologico”. Lo dice Nicola Danti, vicepresidente di Renew Europe, nella sua intervista a Formiche.net. 

Danti, siamo alle battute finali della costituzione del partito unico tra Italia Viva e Azione. Partiamo dalla proiezione a livello europeo. Che collocazione avrete?
La nostra collocazione era già nel simbolo alle elezioni politiche. Siamo orgogliosamente dentro il gruppo politico di Renew Europe, di cui sono vicepresidente, che è il gruppo più europeista e quello determinante per qualsiasi maggioranza nel Parlamento Europeo. Un partito riformista, pragmatico e non ideologico.

L’ipotesi di un’alleanza tra Ecr e Ppe come è vista da Renew Europe? Potreste farne parte anche voi?

Fare l’alleanza con l’Ecr significherebbe per il Ppe la perdita dell’anima europeista. Dal punto di vista numerico inoltre, andare con l’Ecr che contiene partiti come Vox in Spagna e PiS in Polonia provocherebbe anche una spaccatura all’interno del raggruppamento. Basti pensare ad esempio che in Polonia quest’anno ci saranno le elezioni, e membri polacchi del Ppe, incompatibili con il partito sovranista, sarebbero costretti a lasciare il gruppo europeo. Di certo Renew Europe di questa alleanza non potrà mai farne parte: noi siamo quelli che più degli altri si sono battuti per la tutela dello Stato di diritto contro i governi sovranisti ungheresi e polacchi. Un’alleanza politica con questi non potrà mai esserci.

Arriviamo all’Italia. Azione e Italia Viva non hanno posizioni pregiudizialmente ostili a questo governo, tant’è che avete votato parti della risoluzione di maggioranza in vista del Consiglio Europeo. Sul sostegno a Kiev avete la stessa linea di Giorgia Meloni.
Noi siamo convintamente a fianco del popolo ucraino, lo eravamo ieri con Draghi e lo siamo oggi con Meloni. Siamo con l’Europa e con il mondo occidentale, per continuare a sostenere chi difende i nostri i valori dall’aggressione russa. Dispiace che proprio dentro il Governo Meloni non ci sia la stessa chiarezza, anche se non è una sorpresa vista l’amicizia storica di Berlusconi e della Lega con Putin. Le loro parole sono molto più simili a quelle dell’ex premier Conte, che a quelle dell’attuale Presidente del Consiglio.

Il Consiglio Europeo ha, tra i temi principali, quello della gestione dei flussi migratori. Il governo italiano ha detto più volte che si tratta di un problema di cui tutta l’Ue si deve occupare. Voi come la vedete?

La gestione dei flussi è un problema serio, non semplice, che riguarda tutta l’Europa. Su questo, come su ogni altra questione che interessa all’Italia, noi, a prescindere dal Governo di turno, siamo con il nostro Paese. Quando un Premier, come è successo a Meloni in questo ultimo Consiglio Europeo, torna a casa a mani vuote noi non esultiamo solo perché siamo all’opposizione. È anche per questo che continuiamo a chiedere a Meloni di abbandonare le amicizie e le alleanze sovraniste e costruire rapporti con i Paesi che davvero possono aiutare l’Italia a ottenere risultati. Non lo chiediamo per noi, ma per l’Italia.

L’opposizione in Italia è piuttosto frammentata. Il nuovo corso del Pd non sembra collimare con le vostre istanze riformiste. Ci sono terreni d’incontro con le altre forze alternative al centrodestra?

Certamente a qualche terreno di incontro si potrà arrivare. Anzi abbiamo rivolto a tutte le forze di opposizione di unirsi sulla battaglia per la sanità, per migliorare i servizi e ridurre le liste di attesa. Anche sul salario minimo abbiamo detto che ci siamo. Insomma, il problema non è trovare i temi di condivisione, i temi si trovano, il difficile oggi è sviluppare una strategia comune di lungo periodo contro questo governo. Il Pd con Elly Schlein si allontana da una visione riformista con una proposta credibile di governo, concentrandosi solo sulle questioni ideologiche. Ma vedremo nei prossimi mesi.

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