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Il nuovo scandalo venezuelano ruota (naturalmente) intorno al petrolio

Scoppia la lotta di potere tra il leader del regime, Nicolás Maduro, e il ministro Tareck El Aissami. Chi è l’uomo di potere (legato a Hezbollah) che si è dimesso per l’indagine di corruzione nella petrolifera statale Pdvsa

“Alla luce delle indagini avviate su gravi episodi di corruzione in Pdvsa, ho preso la decisione di presentare le mie dimissioni da ministro del Petrolio, con l’intento di sostenere, accompagnare e appoggiare totalmente questo processo”. Con questo annuncio Tareck El Aissami, uno degli uomini più influenti del governo di Nicolás Maduro in Venezuela – e precedentemente durante il governo di Hugo Chávez – ha fatto scoppiare un nuovo scandalo all’interno del regime.

El Aissami ha coperto l’incarico di ministro del Petrolio dal 2020, ma prima ancora era stato ministro degli Interni e governatore dello stato Aragua. Nel 2017 è stato sanzionato dal Tesoro degli Stati Uniti, accusato di legami con i trafficanti di droga. È stato uno dei cinque narcotrafficanti più ricercati al mondo. Recentemente, ha supervisionato i negoziati che hanno portato la Chevron a ricevere una licenza dall’Office of Foreign Assets Control degli Stati Uniti per riavviare le sue operazioni in Venezuela nel 2022.

Nato a El Vigía, stato Mérida, nel 1974, è laureato in Diritto e criminologia. È stato vicepresidente del Venezuela e ministro del Potere Popolare dell’Industria e la Produzione, nonché vicepresidente per l’Area Economica. È stato anche capo della Missione Identità nel 2003, con la quale il regime ha tesserato quasi l’intera popolazione, e viceministro della Sicurezza. Ha guidato anche il ministero della Giustizia ed è stato vicepresidente del Partito Socialista Unito del Venezuela, come scritto da Formiche.net.

Da molti anni, El Aissami è nel mirino delle autorità americane. È stato imputato a marzo da una corte federale a Manhattan e due anni fa il Dipartimento del Tesoro lo ha sanzionato con l’accusa di narcotraffico, insieme al suo prestanome, Samark López. Si dice che El Aissami controllava direttamente gli invii di droga superiori a una tonnellata e amministrava una rete internazionale di riciclaggio di denaro proveniente dal narcotraffico. Sarebbe stato alleato del narcotrafficante di origine siriana Walid Makled. Walid Makled è stato arrestato in Colombia nel 2011 ed estradato in Venezuela.

El Aissami avrebbe più di 45 milioni di dollari in banche svizzere e azioni in una banca americana, un’impresa di edilizia e un centro commerciale in Panama, nonché terre per la costruzione di un complesso turistico di lusso e diversi progetti immobiliari in Venezuela.

Secondo il Financial Times, le dimissioni di El Aissami seguono una serie di arresti in un’indagine sulla corruzione relativa al settore petrolifero del Venezuela. Nel fine settimana, la polizia venezuelana ha arrestato un sindaco, due giudici e altri tre funzionari. È stato arrestato anche Joselit Ramírez, che guidava l’autorità di regolamentazione della criptovaluta venezuelana ed è stato incriminato con l’accusa di riciclaggio di denaro nel 2020 nel distretto meridionale di New York, accusato di aver aiutato El Aissami a eludere le sanzioni emettendo valuta digitale.

Nel 2019, il New York Times ha pubblicato un dossier consegnato da un ex agente venezuelano nel quale ci sono prove sui legami di El Aissami con Hezbollah. Nei documenti ci sono testimoni che lo accusano di arruolare membri dell’organizzazione terroristica per espandere la rete di spionaggio e narcotraffico in America latina. Con il suo potere avrebbe fornito permessi di residenza e documenti falsi ai militanti.

“I memorandum del servizio di intelligence verificati dal New York Times offrono dettagli più precisi – scrive il quotidiano americano – su come una delle famiglie più potenti del Venezuela si è costruito un impero, con una saga famigliare che va dalla Siria al Venezuela, dal mondo delle droghe al circolo presidenziale”.

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