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Debito, Ucraina e crescita. I temi toccati (e quelli “bucati”) dalla settimana Fmi

A Washington si sono conclusi gli spring meetings. Si è parlato di debito globale, del ruolo della Cina e della crescita nel 2023. L’analisi dell’Atlantic Council rileva anche dei temi chiave su cui è mancato l’approfondimento

I meeting di primavera del Fondo monetario internazionale si sono conclusi. E allora è un buon momento per tirare qualche somma. L’atmosfera attorno alla nuova tavola rotonda sul debito sovrano globale, per esempio – scrive l’Atlantic Council – sembra essere stata amichevole e costruttiva, senza dubbio aiutata dal fatto che i funzionari cinesi hanno potuto partecipare di nuovo di persona. Dopotutto gli incontri faccia a faccia rimangono indispensabili per trovare un percorso attraverso disaccordi politici controversi e forse costosi.

IL DEBITO GLOBALE

Il risultato è che la tavola rotonda è giunta a un accordo su diversi passaggi tecnici che potrebbero eventualmente facilitare il funzionamento del quadro comune del Gruppo dei Venti (G20). Eppure, le aspettative per eventuali decisioni concrete o accordi sul debito sono state (di nuovo) deluse. Gli spunti finali includono, in ogni caso, misure per migliorare la trasparenza in merito alle esigenze di ristrutturazione (in cui l’Fmi e la Banca mondiale fornirebbero in anticipo approfondimenti sulle loro valutazioni della sostenibilità del debito), un chiarimento del ruolo delle banche multilaterali di sviluppo e ulteriori lavori per definire cosa costituisce un trattamento comparabile di diverse classi di credito.

C’è poi l’apertura cinese. Mentre Pechino non ha ancora abbandonato la sua richiesta che la Banca Mondiale e gli altri creditori condividano eventuali tagli ai creditori ufficiali e privati, l’ultimo segnale da Pechino apre spazio al compromesso, a seconda degli importi di nuovi finanziamenti agevolati (e sovvenzioni) che potrebbero essere forniti da prestatori multilaterali. Ovviamente non si dovrebbe sottovalutare la capacità dei funzionari della finanza internazionale di far sembrare il processo un progresso. Tradotto, spetterà principalmente alla Cina dimostrare la sua volontà di aiutare alcuni dei paesi più poveri a rimettersi in piedi.

IL FRONTE DELL’UCRAINA

Altra questione, la guerra in Ucraina. Che è emersa come un esempio di resilienza contro ogni previsione con il viceministro della trasformazione digitale Alex Bornyakov che ha discusso dell’infrastruttura digitale che consentirà risultati migliori per gli ucraini a un anno dall’inizio della guerra. È stato raggiunto al Consiglio Atlantico da Mark Simakovsky, vice assistente amministratore presso l’ufficio per l’Europa e l’Eurasia dell’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale.

I relatori hanno discusso dell’app Diia, che è diventata un hub per servizi come l’istruzione e il miglioramento delle competenze, l’assistenza sanitaria, l’identificazione digitale e altri servizi governativi. “Abbiamo mostrato attraverso l’esempio come l’interazione tra il governo e il cittadino può avvenire nel ventunesimo secolo”, ha detto Bornyakov. Gli stessi relatori hanno sottolineato la resilienza della tecnologia durante la guerra, il ruolo del settore privato (sia nazionale che internazionale) nella ricostruzione e nello sviluppo e le sfide della corruzione e della responsabilità.

IL REBUS DELLA CRESCITA

Non è tutto. Al capitolo crescita globale, il rapporto del Fondo monetario è arrivato nel mezzo dell’inasprimento delle condizioni finanziarie nella maggior parte delle regioni e all’indomani di una crisi bancaria. Il Fmi ha previsto che la crescita globale rallenterà dal 6% nel 2021 al 2,7% nel 2023. Sebbene i partecipanti non possano essere citati direttamente poiché la conversazione è stata condotta secondo le regole di Chatham House, gli esperti dell’Atlantic Council hanno generalmente concordato sul fatto che il rapporto mancava di discussioni importanti in diverse aree: il tetto del debito degli Stati Uniti, l’intelligenza artificiale, le riforme strutturali per affrontare l’invecchiamento della popolazione e il calo della produttività, e la normale analisi di specifici paesi o regioni.

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