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Alibaba, rivoluzione al vertice. Chi entra e chi esce

Dopo otto anni alla guida del colosso dell’e-commerce fondato da Jack Ma, Daniel Zhang ha deciso di concentrare i suoi sforzi sul cloud. Al suo posto arrivano Joseph Tsai e Eddie Yongming Wu

Anche un gigante come Alibaba, lo si chiami Amazon cinese o meno, è destinato a cambiare testa, presto o tardi. E così è successo, ma forse con un po’ di sorpresa, al termine di tre anni che più difficili di così non potevano essere per la piattaforma di e-commerce più famosa dell’Asia, nata dall’immaginazione di Jack Ma, l’uomo simbolo del boom tecnologico cinese.

Il gruppo ha annunciato la sostituzione del suo amministratore delegato Daniel Zhang, che ha ricoperto la carica per otto anni. Nel 2019 aveva preso il posto del fondatore Jack Ma come presidente dell’azienda. Ora Zhang verrà sostituito come presidente da Joseph Tsai, attuale vicepresidente esecutivo dell’azienda, e come amministratore delegato dall’attuale leader della divisione e-commerce dell’azienda, Eddie Yongming Wu. La Borsa, almeno per il momento, non sembra aver apprezzato, vista la chiusura del titolo Alibaba (-1,5%) in negativo.

Zhang, che si dimette da amministratore delegato e presidente del consiglio di amministrazione, rimarrà comunque nel gruppo per dirigere le attività di cloud computing. Perché tutto questo? Semplice, “è il momento giusto per dedicare tutta la mia attenzione e il mio tempo al business del cloud”, ha spiegato Zhang ai dipendenti. Insomma, sarebbe “inappropriato continuare a ricoprire il ruolo di presidente e amministratore delegato sia di Alibaba che di Alibaba Cloud, che si sta preparando per una quotazione in borsa indipendente (dopo l’Ipo di Ant, braccio finanziario del gruppo, da 37 miliardi, fatta saltare dal governo cinese nel 2020, ndr). Un processo non molto diverso da quello di Amazon, la cui divisione cloud (Aws) è la vera gallina dalle uova d’oro del gruppo e i cui profitti permettono alla parte di e-commerce di continuare a investire in ricerca e sviluppo, sbaragliando i concorrenti (che galline non ne hanno).

Le avvisaglie, comunque, c’erano già. Il cambio si inserisce infatti in un momento di grandi cambiamenti all’interno di Alibaba: pochi mesi fa l’azienda aveva annunciato che si sarebbe presto divisa in sei divisioni, ognuna delle quali avrebbe avuto un amministratore delegato indipendente. Cambiamenti arrivano dopo diversi anni di turbolenze nel settore tecnologico. Alibaba è stata infatti particolarmente bersagliata da un giro di vite delle autorità sui giganti del settore.

Alla fine del 2020, come detto, l’apice, con Pechino che ha bloccato un’enorme Ipo a Hong Kong di Ant Group, la filiale di Alibaba che si occupa di finanza e pagamenti, 48 ore prima dell’evento. Il mese successivo, Alibaba è stata indagata per aver ostacolato la concorrenza. Questi interventi hanno penalizzato pesantemente la redditività dell’azienda nel 2022. Tuttavia, negli ultimi mesi il governo cinese ha adottato un atteggiamento più conciliante nei confronti del settore, in un contesto di rallentamento economico. Ma non è bastato a impedire il ribaltone.

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