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Arte e cultura, i vantaggi fiscali per gli investimenti aziendali

È stato presentato il position paper del comitato Corporate Heritage & Philanthropy di AmCham Italy, nella sede di Bird & Bird a Milano. Ne hanno parlato Daniele De Angelis, Counsel di Bird & Bird, Antonio Calabrò, Presidente Museimpresa e Direttore Fondazione Pirelli; Antonella Crippa, Art Advisory and Fair Value Coordinator Intesa Sanpaolo; e s Simone Crolla, Consigliere Delegato di American Chamber of Commerce in Italy

L’Italia offre diversi vantaggi fiscali per le imprese che investono in arte e cultura. Con un incentivo come l’Art Bonus, il Governo italiano ha creato un ambiente favorevole per i privati che desiderano impegnarsi nell’azione filantropica e a sostegno del patrimonio culturale del Paese. Tuttavia c’è molto da fare ancora e diverse proposte di miglioramento della normativa sono contenute nel position paper del comitato Corporate Heritage & Philanthropy di AmCham Italy, presentato il 13 giugno nella sede di Bird & Bird a Milano. A tale proposito si è espresso Daniele De Angelis, Counsel di Bird & Bird e Presidente del Comitato Corporate Heritage & Philanthropy di AmCham Italy: “L’impresa si evolve se è in grado di stabilire delle relazioni con la comunità in cui opera. La prima forma di relazione è economica, ma non è sufficiente: deve installare anche una relazione culturale e sociale”. “Questo contesto – ha proseguito De Angelis – funziona se il sistema, a sua volta, è ricettivo e pregnante; quindi noi abbiamo cercato di capire quali siano gli incentivi fiscali per consentire all’impresa di evolvere in un gioco concorrenziale”.

Successivamente è intervenuto Antonio Calabrò, Presidente Museimpresa e Direttore Fondazione Pirelli: “il corporate heritage non è la collezione di quadri di Pietro Barilla, fantastica, o la collezione di quadri che abbiamo in Pirelli in Brasile, elementi cardine dello sviluppo di azienda, ma non più di un ‘nice to have’. Il nostro corporate heritage – continua Calabrò – è lo straordinario patrimonio di fare, fare bene e, tornando alla filantropia, fare del bene. Su questi elementi possiamo continuare a costruire lo sviluppo del nostro paese sul suo cardine fondamentale, l’industria. Quando pensiamo al corporate heritage, credo che valga la pena tenere in considerazione la forza culturale delle imprese italiane e di quell’umanesimo industriale che ci consente oggi, in tempi di grande evoluzione, di essere competitivi sulla qualità e sulla bellezza, che è anche senso della misura, per far sì che il futuro del nostro paese non sia futuro di marginalità”.

Antonella Crippa, Art Advisory and Fair Value Coordinator Intesa Sanpaolo, ha spiegato come Intesa Sanpaolo declini i progetti culturali: “I nostri musei di impresa sono quattro luoghi che si trovano al centro dei tessuti urbanistici, e sono dedicati alla fruizione pubblica. Essi mostrano le collezioni delle banche che hanno costituito il nostro gruppo, le quali hanno nel loro DNA la capacità di intessere relazioni anche di natura culturale, sia attraverso attività di collezionismo puro, sia attraverso la condivisione con imprese culturali dei vari territori. Questa polifonica collezione – continua Antonella Crippa – è composta da circa 35 mila oggetti. Una delle banche che è stata centrale nel nostro gruppo, la Banca Commerciale Italiana, acquistava oggetti che potessero rappresentare l’identità e il saper fare e l’innovazione culturale. Uno degli artisti che abbiamo collezionato con frequenza è Lucio Fontana, che rappresenta l’idea di andare al di là della tela, verso lo spazio, verso la conquista, verso l’innovazione. La banca comprava questi oggetti per poterli esporre nelle sue sedi di New York, Parigi e Hong Kong e per fare in modo che la cultura artistica rispecchiasse la capacità innovativa della banca”.

Infine Simone Crolla, Consigliere Delegato di American Chamber of Commerce in Italy, dichiara: “Sono lieto che AmCham oggi possa contribuire a sensibilizzare e favorire riflessioni e confronti tra individui, istituzioni e aziende. Attraverso questo convegno e il lavoro svolto dal nostro Comitato l’Italia può diventare un pilastro transatlantico nel campo culturale, e la filantropia affermarsi sempre di più come strumento per favorire la diffusione della cultura, dell’innovazione sociale e dell’istruzione”.

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