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Forza Italia punta tutto su un nuovo miracolo di Berlusconi

Il trentesimo anniversario della “discesa in campo” di Silvio Berlusconi sarà celebrato con tutta una serie di manifestazioni che oltre alle finalità elettorali e di rilancio del partito saranno connotate da un inedito misticismo politico. L’analisi di Gianfranco D’Anna

“Berlusconi è vivo e lotta assieme a noi”, esultano l’un l’altro, mostrando sui cellulari il profilo social ancora attivo del Cavaliere, i delegati del primo congresso milanese di Forza Italia celebrato senza il fondatore mitico fondatore scomparso il 12 giugno scorso. Concetto rilanciato con una notevole carica subliminale dalla vice Presidente del Senato, Licia Ronzulli, per anni madre di FI subito dopo Silvio Berlusconi: ”Questa città e questa regione sono il nostro luogo d’origine, la Betlemme di un movimento che ha rivoluzionato il panorama politico del nostro Paese” .

Continuamente “resuscitato” politicamente e portato in processione come una Madonna pellegrina agli eventi di Forza Italia, il tre volte presidente del Consiglio e leader carismatico del primo partito mediatico d’Italia, viene evocato come non mai in questi giorni di travagliate formazioni di liste affinché compia il miracolo della moltiplicazione dei candidati e dei voti per superare indenni la ghigliottina delle elezioni europee del 9 giugno, delle regionali di Abruzzo, Basilicata, Piemonte, Sardegna e Umbria e delle amministrative che si terranno in una data compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno in 3.699 dei 7.896 comuni italiani.

Aggiornato fino al 5 giugno del 2023, una settimana prima del decesso, sul profilo Facebook di Silvio Berlusconi sono in continuo aumento le visualizzazioni dei post storici come quello del 26 gennaio dell’anno scorso col Cavaliere che ricordava come “il 26 gennaio 1994, con un messaggio in televisione comunicai la mia decisione di scendere in campo nella politica. Lasciai il lavoro che amavo e le aziende che avevo fondato e fatto prosperare, per dare vita ad un’impresa diversa, ancora più difficile ma più importante, un’impresa al servizio della libertà…”. Per poi concludere:” Sono stati anni di passione…Rifarei tutto…Noi di Forza Italia siamo gli unici testimoni e gli unici continuatori della tradizione liberale, della tradizione cristiana, della tradizione garantista, della tradizione europeista e atlantista. Per tutto questo siamo semplicemente indispensabili e insostituibili…”.

Sembra di sentirla la voce suadente di Berlusconi, come quando nelle serate fra amici intonava da perfetto crooner lo storico motivo di Charles Trenet: ”Que reste-t-il de nos amours ? Che resta di quei bei giorni? Che resta di tutto ciò? Ditemelo”.

A otto mesi dalla scomparsa del leader creatore, regista, protagonista assoluto e deus e machina di Fi non é facile, neanche per gli attuali vertici del partito e gli amici più vicini, come Carlo Confalonieri e Gianni Letta, rispondere a cosa resta del berlusconismo, se non l’ologramma da venerare e replicare all’infinito. Un infinito sconosciuto alla politica, che misura il potere con i voti e il consenso degli elettori.

Il segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, respinge al mittente le maliziosità degli opinionisti che sostengono che il fu Berlusca party ha un grande avvenire dietro le spalle, come ironizzava a fine carriera Vittorio Gassman. Il vice premier e ministro degli Esteri rilancia, dicendosi convinto che ci sia “un grande spazio politico che va da Giorgia Meloni a Schlein e noi vogliamo occupare quello spazio politico avendo l’ambizione e la volontà di svolgere un ruolo centrale nella politica del nostro Paese, svolgere il ruolo che in passato, pur essendo diversi, ha svolto la Democrazia cristiana con i partiti moderati, quindi una forza politica, una grande forza politica, seria, credibile, affidabile, responsabile, cristiana, liberale, garantista, riformista, ma soprattutto europeista e atlantista. La linea politica l’ha sempre data e la darà sempre Berlusconi”, assicura.

La speranza di quanti si definiscono la nuova generazione berlusconiana è di riuscire ad attivare il riflesso condizionato degli italiani affinché continuino a votare per il Cavaliere, tributandogli un clamoroso successo postumo. Amare è cosi breve. Dimenticare è così lungo, dicono alcuni versi di Pablo Neruda.

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