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La nuova energia in Africa secondo Pichetto Fratin

Al vertice Italia-Africa il ministro dell’energia mette in luce il collegamento cruciale, valoriale, oltre che materiale, tra clima, sviluppo ed energia. Metsola: “Africa apripista per la spinta globale, si acceleri insieme sulla transizione energetica”

Clima, sviluppo, energia. Il collegamento esistente fra questi tre elementi è il fil rouge per comprendere come potrà svilupparsi il Piano Mattei alla voce “energia”. Accanto a concetti e infrastrutture già esistenti, come il progetto Elmed, o le iniziative dell’Eni, o le nuove e potenziali partnership che toccano evidentemente le terre rare, vi è una cornice programmatica diversa che è emersa nel Vertice Italia-Africa.

Perché cruciale

Punto di partenza l’osservazione del ministro dell’energia, Gilberto Pichetto Fratin, sui rilievi della Banca Africana di Sviluppo, secondo cui il cambiamento climatico potrebbe ridurre il Pil dell’Africa Subsahariana fino al 3% al 2050. Da questi dati nasce la consapevolezza che il nesso energia-clima-sviluppo è quindi cruciale. Il ministro assicura che su questo l ‘Italia sta facendo la sua parte: “Il presidente Meloni ha già annunciato che all’Africa sarà destinato oltre il 70% del Fondo italiano per il Clima (3 miliardi di Euro); e con i 100 milioni di euro annunciati a COP28, l’ Italia è inoltre il primo donatore del Fondo su Perdite e Danni. E sono davvero soddisfatto che, per la prima volta, su iniziativa della Presidenza Italiana, quest’anno l’Africa sarà una delle priorità settoriali del Gruppo di Lavoro energia e Clima del G7”.

Fonti pulite

In che misura le fonti pulite saranno al centro del G7? La concomitanza della giornata di oggi, in cui si celebra per la prima volta la Giornata internazionale dell’Energia pulita, indetta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite in corrispondenza con l’anniversario della fondazione di Irena, l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, è esplicativa.

Dalla Cop28, secondo Pichetto, parte uno slancio ideale non solo per accelerare obiettivi e strategia in vista della Cop29 in Azerbaigian, ma per affrontare un G7 a trazione italiana che punti a raggiungere i 131 gigawatt di rinnovabili al 2030 delineato dal piano Pniec. L’elemento Africa, dunque, si sposa alla perfezione con questo disegno e questi strumenti, tanto italiani quanto europei.

Roma-Bruxelles

Un’Africa apripista per la spinta globale, insomma, parafrasando la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, che chiede di accelerare (insieme) sulla transizione energetica. Quando mette l’accento sul fatto che l’Europa ha un problema di approvvigionamento energetico, al contempo guarda all’Africa come soggetto dotato del potenziale per essere un massiccio fornitore di energia rinnovabile e verde. “Questo vale anche per le materie prime e le terre rare. Possiamo crescere insieme, in modo sostenibile, non a spese l’uno dell’altro”.

La nuova era di interdipendenza internazionale, secondo Metsola, sarà guidata dal fattore della cooperazione, per cui da un lato l’Europa dovrà mantenere le promesse fatte, colmando le lacune di finanziamento e dall’altro indirizzare il potenziale delll’Africa.

Fei

In questo senso già l’Europa aveva imboccato una certa direttrice di marcia, corroborata da iniziative concrete come il fondo per la decarbonizzazione: oggi si apprende che il Fondo europeo per gli investimenti (Fei) ha siglato un impegno fondamentale di 150 milioni di euro a favore del White Summit Capital Decarbonisation Infrastructure Fund II (WDIF II) con l’obiettivo di sostenere progetti per la transizione verso l’energia pulita, assicurando la sicurezza dell’approvvigionamento energetico. Inoltre il fondo InvestEU può contare su partner finanziari che usando la garanzia del bilancio Ue, contano di muovere circa 370 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi.

Che cos’è Elmed

Si tratta del collegamento elettrico sottomarino tra Sicilia e Tunisia, progettato da Terna e Steg lungo oltre 200 chilometri e con una profondità massima raggiunta di 800 metri. Svilupperà una potenza di 600 MW, grazie ad un investimento di circa 850 milioni di euro. Il suo obiettivo è incrementare la sicurezza e la sostenibilità dell’approvvigionamento elettrico in Europa anche tramite una migliore integrazione delle energie rinnovabili.

In assoluto è la prima infrastruttura elettrica nell’ambito del fondo Connecting Europe Facility a ricevere finanziamenti per progetti sviluppati da uno Stato membro e da un Paese terzo.

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