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Logistica, digitale e pacchi. Il piano di Poste che mira a utili per 2,3 miliardi

Il gruppo alza il velo sulla strategia per i prossimi quattro anni. Previsti utili a 2,3 miliardi, ricavi a 13,5 miliardi e dividendo a un euro. Avanti tutta sulla logistica, che mira a superare la redditività della corrispondenza. Del Fante: Poste oggi è un pilastro dell’Italia. Il progetto Polis parte col piede giusto

Un piano a trazione decisamente anteriore. Mentre al Tesoro si ragione sui tempi per un nuovo collocamento di capitale sul mercato, Poste Italiane alza il velo sul piano industriale che guarda al 2028 e punta a raggiungere l’ambizioso traguardo di 2,3 miliardi di utili, al ritmo del 4% annuo. Missione tutt’altro che impossibile considerato che nel 2023 la società guidata da Matteo Del Fante ha riportato profitti per 1,9 miliardi, in crescita del 22% sull’anno precedente. Dalla sede centrale dell’Eur, a Viale Europa, le prime linee di Poste hanno presentato alla stampa e al mercato la strategia per i prossimi quattro anni, che poggia essenzialmente su un rafforzamento del ramo logistico, alla luce dell’accelerazione che il gruppo vuole imprimere al recapito dei pacchi. Ma un ruolo chiave lo giocheranno anche i servizi digitali e il business assicurativo.

Naturalmente, il nuovo piano industriale dovrà supportare la cessione di una nuova tranche del capitale sul mercato confermando la trasformazione del gruppo in un polo della logistica, puntando sulla piattaforma integrata che connette rete fisica e canali digitali e una nuova App per i pagamenti calibrati sulle esigenze del cliente. Ebbene, gli obiettivi annunciati nel piano, denominato The Connecting Platform, prevedono di portare i ricavi da 12 miliardi del 2023 a 13,5 miliardi nel 2028, mentre il risultato operativo è destinato a salire da 2,62 a 3,2 miliardi. Ma il target senza dubbio più ambizioso riguarda l’utile netto, che si incrementerà da 1,93 a 2,3 miliardi. Quanto agli investimenti, nel periodo del piano, sono previsti 5 miliardi di investimenti e 19 mila assunzioni cumulate in arco piano, compensate da 25 mila uscite cumulate.

Tutto questo avrà un impatto, positivo, sulla remunerazione del capitale agli azionisti. Il nuovo modello messo a terra da Poste consentirà al gruppo di aumentare la distribuzione dei dividendi con l’aumento della quota di utili distribuiti dal 55 al 65%, un dividendo per azione che passa da 80 centesimi al almeno un euro nel 2026 e un monte dividendi nei 5 anni di piano (2024-2028) di 6,5 miliardi contro i 3,8 miliardi del quinquennio precedente. Non è finita, un altro punto focale del piano riguarda il bacino clienti relativamente al ramo energia, che Poste punta ad allargare ancora. In tal senso, da Viale Europa è stato stimato che il numero di contratti dell’offerta energia raggiunga le 2,5 milioni di unità nel 2028 (0,35 milioni nel 2023), mentre sul versante tlc, per quanto riguarda alle linee mobile, fisso e fibra, si punta a crescere a 5,5 milioni (4,7 milioni nel 2023).

Ma, come detto, il cuore della strategia è la logistica. La rivoluzione si baserà sulla costruzione di una rete tecnologica orientata al futuro, per diventare un operatore logistico end-to-end, trasformando la rete postale in un network sempre più guidato dalla gestione dei pacchi. È previsto, inoltre, lo sviluppo di una joint venture nel settore immobiliare per la gestione del business dei pacchi e per lo sviluppo di nuovi magazzini, si legge nei documenti del piano. E dunque, la capacità dei magazzini nel settore della logistica aumenterà da 230 mila metri quadrati nel 2023 a 400 metri quadrati nel 2028. Nel periodo si prevede che il settore della logistica possa portare 700 milioni di ricavi aggiuntivi.

E ancora, è previsto che la quota dei ricavi della logistica superi abbondantemente quelli della corrispondenza: oggi da quest’ultimi arrivano 2 miliardi di ricavi e 1,4 miliardi dai pacchi. Nel 2028 sono previsti 1,6 miliardi da corrispondenza e 2 miliardi dalla logistica. Tale sorpasso permetterà all’ebitda del settore di salire da 0,8 a 1,8 miliardi. Infine, sul fronte della forza lavoro, Poste stima che il numero di Fte (dipendenti full time equivalent) del gruppo si riduca a 113 mila da 119,3 mila nel 2023. I costi totali del personale ammontano a 6 miliardi (5,64 miliardi nel 2023), con il rapporto tra Costi ordinari del personale e Ricavi in calo al 38% (dal 41% nel 2023), che incorpora l’inflazione relativa ai costi del personale, preservando al contempo la redditività.

La cifra del piano di Poste è stata data poi a parole, dallo stesso Del Fante, reduce da un’audizione alla Camera proprio sulla strategia e la privatizzazione del gruppo. “Il percorso di trasformazione di Poste Italiane è iniziato nel 2017 con il primo piano strategico e una semplice ambizione: massimizzare il valore per i nostri clienti e diventare la rete di distribuzione più efficace e affidabile d’Italia. Siamo, tuttavia, andati oltre e ci siamo affermati come la più grande piattaforma phygital in Italia, basandoci sull’integrazione di molteplici punti di contatto e creando un ecosistema omnicanale, nel quale tutte le componenti della piattaforma si completano vicendevolmente. Abbiamo investito sul digitale, sui dati e sui nostri business, mettendo al centro la nostra ampia base clienti. Con questo nuovo piano strategico stiamo rimodellando il nostro business, per cogliere una crescita sostanziale”

Conclusione, “siamo ormai un pilastro strategico solido, affidabile ed efficace per l’Italia e con questo nuovo piano strategico stiamo rimodellando il nostro business, per cogliere una crescita sostanziale: con il nuovo modello di servizio commerciale progettato per ottimizzare il valore della nostra piattaforma, e con la trasformazione logistica, che fa evolvere il nostro modello in una rete all’avanguardia, preservando la sostenibilità finanziaria del business della corrispondenza e dei pacchi”.

Rispondendo poi alle domande della stampa, Del Fante ha chiarito alcuni concetti. “Noi crediamo che la cosa più importante sia dare a tutti i nostri clienti la possibilità di accedere ai servizi di Poste nel modo più naturale possibile. Un modo non univoco, nel senso che tanti servizi iniziano online e poi si chiudono nell’ufficio postale e che poi cambia nel tempo, nel senso che si adatta alle esigenze del cliente”. Il direttore generale Giuseppe Lasco, poi, ha chiarito la deadline per l’individuazione dell’operatore con cui strutturare la svolta logistica di Poste.

“Credo che entro il mese di aprile arriveremo all’aggiudicazione dell’operatore”, rivendicando poi la bontà del progetto Polis, che punta a trasformare 7 mila uffici postali in veri e propri hub digitali al servizio del cittadino, con la possibilità di rilasciare passaporti. “Ado oggi c’è una prima risposta bellissima del territorio, con i primi due uffici postali a Bologna”, ha chiarito Lasco. Tornando a Del Fante, il ceo di Poste ha ribadito l’impegno del gruppo nel sostegno al debito pubblico italiano. “Continueremo anche nel 2024 come abbiamo fatto nel 2023, manterremo la promessa per il ritorno sui titoli, come pattuito anche con gli azionisti”.

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