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Pechino risponde alle esercitazioni di Washington nel Mar Cinese

Anche la Cina si esercita nel Mar Cinese, nello stesso giorno in cui Usa, Australia, Filippine e Giappone cercano coordinamento con le prime manovre a quattro. Intanto, i militari di Washington e Pechino hanno riavviato i colloqui diretti interrotti nel 2021

La Cina ha annunciato che “pattuglie da combattimento” si muoveranno oggi, domenica 7 aprile, nel “conteso Mar Cinese Meridionale”. Sebbene Pechino muova regolarmente forze militari nella zona, per esercitazioni e pattugliamenti, oggi è un giorno particolare: la dichiarazione dell’Esercito popolare di liberazione non lo sottolinea, ma simultaneamente in cui si svolgono esercitazioni congiunte da parte di Filippine, Stati Uniti, Giappone e Australia.

È abbastanza possibile che la mobilitazione di alcune unità navali e aeree del Teatro del Comando Meridionale coincida con le manovre dei quattro alleati – che hanno anche una chiave anti-cinese, dimostrare presenza all’interno di uno scenario sempre più teso, in cui la Repubblica popolare rivendica in modo sempre più agguerrito controllo e sovranità territoriale.

La particolarità delle manovre è infatti questa sovrapposizione diretta, solitamente evitata. Evidentemente la Cina non intende lasciare spazio ai quattro, percependo chiaramente che le manovre di interoperabilità organizzate servono sia come forma di deterrenza, ma anche come attività di training per un’effettiva preparazione su eventuali scenari di scontro.

Per altro, sia quelle cinesi che le altre, sono esercitazioni dal sapore politico, tanto che si svolgono giorni prima che il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ospiterà alla Casa Bianca il primo vertice trilaterale con i leader delle Filippine e del Giappone. Gli alti funzionari statunitensi hanno ripetutamente dichiarato l’impegno “ironclam” degli Stati Uniti a difendere le Filippine contro un attacco armato nel Mar Cinese Meridionale – con costernazione di Pechino.

Le doppie manovre hanno un potenziale rischio di sovrapposizione e creazione di incidenti – sebbene le distanze. Questo è uno degli argomenti recentemente condivisi tra Cina e Stati Uniti, perché potenziale innesco di un conflitto. I funzionari militari statunitensi hanno incontrato le loro controparti cinesi alle Hawaii all’inizio della settimana per una serie di discussioni incentrati su come i due Paesi possono operare in sicurezza.

L’incontro segue la conversazione telefonica dei giorni scorsi tra Biden e il leader cinese Xi Jinping, durante la quale sono stati confermati i principi di controllo, gestione e possibili condivisione delle controversie di cui avevano parlato nel summit San Francisco – la narrazione cinese ha iniziato a definire questo costrutto diplomatico “Visione di San Francisco”. Riprendere i colloqui militari diretti era uno degli elementi emersi in quell’incontro di novembre scorso.

In un comunicato, le forze armate statunitensi hanno dichiarato che i funzionari di entrambi i Paesi “hanno esaminato gli eventi legati alla sicurezza degli ultimi anni e hanno discusso di sostenere la sicurezza operativa e la professionalità marittima e aerea”. Il ministero della Difesa cinese ha dichiarato, in un comunicato separato pubblicato sabato, che durante gli incontri le due parti hanno condotto scambi sinceri e costruttivi sulla situazione della sicurezza marittima e aerea tra Cina e Stati Uniti.

Da ciò che emerge, la Cina si è opposta fermamente a qualsiasi tentativo di mettere in pericolo la propria sovranità e sicurezza in nome della libertà di navigazione e di sorvolo. Per Pechino, le esercitazioni a quattro programmate per oggi rientrano in quelle categorie. I colloqui, noti come gruppo di lavoro dell’Accordo consultivo militare marittimo (Mmca), si sono svolti il 3 e 4 aprile a Honolulu e sono stati i primi incontri di questo tipo dal 2021. A ottobre, le forze armate statunitensi hanno dichiarato che gli aerei militari cinesi hanno effettuato manovre rischiose o spericolate in prossimità degli aerei statunitensi per circa 200 volte dal 2021.

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