Poco più di un italiano su tre (33,4%) ritiene che l’Italia debba mantenere l’attuale livello di spesa per il comparto della difesa, mentre il 31,4% è favorevole a un aumento degli investimenti. L’Italia è senz’altro chiamata a rinnovare la propria capacità industriale e strategica per affrontare sfide globali – dalla deterrenza nucleare alla guerra cibernetica – dall’altro deve anche educare e coinvolgere i cittadini in una riflessione più ampia sul concetto di sicurezza. La presentazione del paper della Fondazione Einaudi
Federico Di Bisceglie
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La Difesa è la chiave dei rapporti Germania-Usa. La versione di Diletti
Il primo confronto fra il presidente Usa e il cancelliere tedesco. Merz ha capito che nel breve e medio termine la leva degli investimenti sulla Difesa può rafforzare il rapporto con gli Usa, anche se in Germania stanno metabolizzando già un cambiamento strutturale nelle relazioni con l’alleato transatlantico. Colloquio con Mattia Diletti, docente di Scienza politica all’Università Sapienza
Il bilaterale Macron-Meloni riallaccia i fili politici di un’Italia europeista. Parla Gressani
La premier italiana ha parlato da capo di governo di un Paese ancorato all’Europa, che pur volendo mantenere relazioni con la Casa Bianca, non vuole spendere il suo capitale politico per accompagnare il suo tentativo di scardinare l’ordine europeo. Ora è prioritario lavorare in maniera strategica anche con la Germania. Colloquio con il direttore del Grand Continent, Gilles Gressani
Tutti i motivi per cui è bene astenersi dalla manifestazione di Roma. Scrive Cicchitto
La manifestazione su Gaza indetta da Schlein, Conte, Fratoianni, Bonelli e Magi presenta tutte le ambiguità e doppiezze possibili e immaginabili al punto tale da costringere perfino Renzi a differenziarsi e a fare una cosa diversa a Milano con Calenda. Perché non è stata colta questa occasione per fare una manifestazione sia su Gaza, sia sull’Ucraina? Forse che le bombe di Netanyahu sono cattive e quelle di Putin sono buone? Scrive Fabrizio Cicchitto, presidente di Riformismo e Libertà, direttore di Civiltà Socialista
Vi spiego perché il bilaterale Macron-Meloni deve essere strategico e non tattico. Parla Candiani
L’incontro fra Macron e Meloni deve servire a mettere in pratica davvero il contenuto del Trattato del Quirinale. Serve un allargamento dell’asse franco-tedesco che includa, anche in proiezione comunitaria, l’Italia. Il faccia a faccia deve essere strategico e non tattico: ora un accordo sull’energia nucleare che garantisca competitività alle imprese. Colloquio con il deputato leghista Stefano Candiani, membro dell’inter gruppo di amicizia Italia-Francia e componente parlamentare del Trattato del Quirinale
La sfida Conte-Schlein per Chigi rischia di minare il campo largo. Parla Ignazi
I risultati elettorali nelle città non certificano l’unità del campo largo. Il problema principale resta la rivalità fra Pd e Movimento 5 Stelle. Conte ambisce a tornare a Palazzo Chigi e tenterà di sbarrare la strada del governo a Schlein. Le questioni di politica internazionale restano divisive, a partire dal conflitto in Ucraina. Mentre su Gaza c’è una sensibilità comune. Colloquio con il politologo Pietro Ignazi
Le manifestazioni non fermano la guerra a Gaza, riprendiamo gli accordi di Abramo. L'idea di Marattin
Pd, Movimento 5 Stelle e Avs hanno organizzato una manifestazione pro Gaza il 7 giugno prossimo. Il partito Liberaldemocratico non aderirà, perché occorre non solo chiedere un cessate il fuoco a Israele, ma condannare fermamente i macellai di Hamas. Se l’Italia vuole essere protagonista, proponga all’Europa di riprendere – su base più ampia – il percorso degli Accordi di Abramo. Potrebbe trovare una grande eco. Anche perché si tratta di una delle poche cose buone fatte da Trump. Colloquio con il deputato Luigi Marattin
Genova e Ravenna non fanno campo largo. Palano spiega perché Meloni (ancora) non ha rivali
Il centrosinistra incassa due importanti vittorie a Genova e a Ravenna ma, anche se i leader dei partiti esultano, il campo largo al momento non è riproducibile a livello nazionale. Pesano, in particolare, le questioni interne. Il centrodestra avrà diverse fibrillazioni legate alla limitata azione del governo sulle riforme e ad alcune ambiguità in politica estera. Ma Meloni non ha rivali per Palazzo Chigi e l’elettorato è compatto. Colloquio con Damiano Palano, direttore dell’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali della Cattolica
Terzo mandato e Marche. Cosa c'è in ballo per il governo sulle regionali secondo Segatori
Sono sei le regioni nelle quali si voterà nel 2025, molte delle quali rappresentano un terreno di scontro fra i partiti delle due coalizioni. Se su Veneto e Campania centrodestra e centrosinistra sono alle prese con il nodo del terzo mandato, a determinare gli equilibri nazionali saranno le Marche. Colloquio a tutto campo con il politologo dell’Università di Perugia, Roberto Segatori
Gaza, si abbassi la tensione sui civili. Ma sia chiara la condanna ad Hamas. Parla Loperfido
L’omicidio dei due diplomatici israeliani a Washington è allarmante. La situazione a Gaza è sempre più delicata, ma le pressioni sulla popolazione civile, che sta soffrendo da tempo, vanno assolutamente allentate. Durante la missione Osce, confronto con gli Usa sulle modalità di anti-terrorismo. I rapporti con l’Italia? Meloni è vista come alleato affidabile (anche in Ue). Colloquio con il deputato di Fratelli d’Italia, Emanuele Loperfido