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Piazze piene, urne vuote. Perché ha ancora ragione Nenni secondo Merlo

Al di là dell’antico e sempre moderno slogan “piazze piene e urne vuote”di nenniana memoria, forse è arrivato anche il momento per interrogarci – tutti, nessuno escluso – sull’intreccio e il legame, se ancora esiste, tra la piazza e le istituzioni. Tra la protesta e i partiti. E, soprattutto, tra l’umore di segmenti consistenti della pubblica opinione e il relativo comportamento politico ed elettorale dei medesimi segmenti. La riflessione di Giorgio Merlo

Politica e sindacato, per fortuna che c'è la Cisl. L'opinione di Merlo

Un sindacato-partito, come è diventato la Cgil, ha poco a che fare con la difesa degli interessi dei lavoratori,  con il confronto civile e democratico con le parti sociali e il Governo. Ed è proprio di fronte a questo scenario che emerge in tutta la sua chiarezza il ruolo, la funzione e la “mission” di un sindacato come la Cisl. Cioè di una organizzazione sociale pragmatica, che fa della contrattazione la sua ragion d’essere e, soprattutto, con il Governo di turno

Il Centro e l’offerta politica. Riflessione del post voto marchigiano di Giorgio Merlo

Il voto nelle Marche mostra il fallimento del “campo largo” guidato dal PD, incapace di attrarre il Centro, e la crescita di Forza Italia nel centrodestra, meno radicale rispetto agli alleati. Con un astensionismo elevato e un Centro frammentato (Renzi fermo all’1,9%), l’unica opzione credibile sembra oggi l’iniziativa di Calenda

Sullo spazio del Centro nel Campo Largo Franceschini ha ragione. La riflessione di Merlo

L’attuale conformazione del cosiddetto Campo Largo è spostato a sinistra, sottolinea in una riflessione Dario Franceschini, e sarebbe perfettamente inutile una guida moderata di una coalizione radicalizzata. Per questo chiunque faccia capo al Centro non può che guardare, con queste premesse, altrove. La riflessione di Giorgio Merlo

camaldoli

Contro l’odio serve la politica di centro. La rotta indicata da Merlo

La predominanza di partiti estremisti, radicali e populisti da un lato e l’assenza perdurante della cultura cattolico popolare e sociale dall’altra, hanno generato una situazione di profonda e radicata, nonché pericolosa, radicalizzazione del conflitto politico con la conseguente ed inevitabile polarizzazione ideologica, ma per invertire questa rotta occorrerebbe una politica di centro. L’analisi di Giorgio Merlo

Il campo largo e la coerenza di Carlo Calenda. L'opinione di Merlo

IL progetto di Calenda può rappresentare un valore aggiunto non solo per il futuro e la prospettiva del Centro ma anche, e soprattutto, per battere quella radicalizzazione del conflitto politico che resta la causa principale se non esclusiva del decadimento della nostra democrazia e della crisi delle nostre istituzioni democratiche. Il corsivo di Giorgio Merlo

I cattolici sono politicamente plurali, non c’è alternativa. L'opinione di Merlo

Il pluralismo politico dei cattolici italiani è oggi l’unica regola di comportamento, trasparente ed onesta, per cercare di ridare un ruolo e un protagonismo ai credenti nella società italiana contemporanea. L’opinione di Giorgio Merlo

Sinistra, l’agenda esclude il Centro. L'intervento di Merlo

Come diceva un leader e statista della Democrazia cristiana, Carlo Donat-Cattin, “in politica conta chi detta l’agenda”. A prescindere anche dai rapporti di forza. E l’agenda, oggi, nella coalizione progressista la dettano i vari partiti di sinistra. Per il Centro c’è posto solo sugli spalti. L’intervento di Giorgio Merlo

Ma il Centro non si può svendere. L'opinione di Merlo

Il Centro – piccolo o grande che sia non ha importanza alcuna – non può e non dev’essere ridicolizzato. Per nessuna ragione e, men che meno, non deve essere sacrificato sull’altare di nessun seggio parlamentare che viene regalato a chi si presta a questa opera di demolizione e di cancellazione di una nobile e qualificata tradizione politica, culturale, ideale e soprattutto programmatica. L’opinione di Merlo

La Dc non rinasce più, ma un nuovo Ppi forse sì. La riflessione di Merlo

Il ritorno della Dc è impossibile, ma cresce la domanda di una nuova esperienza politica ispirata al cattolicesimo popolare e sociale. Non nostalgica, bensì laica, riformista e di governo, capace di offrire una rappresentanza centrista oggi assente. Un progetto che può decollare solo con coraggio politico e una proposta chiara, alternativa al bipolarismo radicalizzato

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