Predicare l’antifascismo e combattere la dittatura e il regime illiberale va benissimo. Ad una sola condizione, però: che questi rischi nella società italiana esistano per davvero. Perchè altrimenti dovremmo prendere atto amaramente che pur di vincere le elezioni si recupera il peggior armamentario della politica italiana. Il commento di Giorgio Merlo
Giorgio Merlo
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C’è solo un partito di centro, Forza Italia. Ma si deve allargare...
Una sfida, quella di Forza Italia, che non riguarda solo il futuro di quel partito ma la stessa prospettiva della politica di centro nel nostro paese. Un obiettivo utile per la qualità della nostra democrazia. La riflessione di Giorgio Merlo
Sinistra, il modello Schlein è francese. Le controindicazioni secondo Merlo
Il vero nodo politico, adesso, è quello di capire se il modello francese – come pare essere – sarà il riferimento decisivo e determinante nell’ispirare il concreto comportamento della sinistra italiana o se, invece e al contrario, saranno la cultura, la sensibilità e il progetto riformista ad affermarsi. Il commento di Giorgio Merlo
Il Fronte Popolare è alternativo al Centro. Il commento di Merlo
La logica e la deriva del “Fronte Popolare” è semplicemente alternativa rispetto a tutto ciò che è riconducibile al Centro, alla politica di centro, alla cultura di centro e, in ultimo ma non per ordine di importanza, al “metodo” di centro nella politica italiana. Il progetto patrocinato dal presidente di Anpi è frutto e conseguenza della massiccia radicalizzazione del conflitto politico che porta alla costruzione di cartelli elettorali dominati da un odio implacabile nei confronti dell’avversario-nemico. Un nemico che, di conseguenza, non può che essere annientato a livello politico e demolito a livello culturale e, purtroppo, anche personale. L’analisi di Giorgio Merlo
Senza le culture politiche trionfano i partiti personali. La versione di Merlo
Pur senza enfatizzare il ritorno della “democrazia dei partiti”, è forse anche utile ricordare che la politica non si può ridurre ad una sorta di “democrazia delle persone” che rischia, inconsapevolmente, di riproporre partiti dove comanda solo il capo e dove, soprattutto, la democrazia interna diventa un semplice optional
Cosa potrebbero imparare gli storici detrattori della Dc dalla sinistra sociale. Scrive Merlo
Anche di fronte a una rivisitazione/rilettura storico politica della Democrazia cristiana ad 80 anni dalla nascita e a 30 anni dalla sua fine, i “cattivi maestri” non cessano mai di esistere. Lo erano ai tempi del “né con lo Stato e né con le Brigate Rosse”, lo erano con i vari “appelli” e lo sono tutt’oggi
Il Centro non nasce dall’alto. Merlo spiega perché
Ieri come oggi, i progetti politici hanno un senso e possono giocare un ruolo decisivo nella vita pubblica del nostro Paese solo se sono espressione di una domanda della società che sale dal basso. E mai come operazioni che vengono studiate e pianificate dall’alto dai vertici centrali dei partiti
Il Centro c’è ma non è più a sinistra. La versione di Merlo
Non possiamo non prendere atto che il Centro continua ad essere un progetto politico importante ma a una condizione. Che il Centro venga rappresentato da chi crede veramente in questo progetto e da chi lavora per rafforzarlo e consolidarlo attraverso un processo politico unitario, plurale, convincente e aggregante
Guido Bodrato, un maestro di vita e di politica. Il ricordo di Merlo
Moriva un anno fa uno degli esponenti di spicco della Democrazia cristiana, un intellettuale “prestato” alla battaglia politica. La sua “normalità” lo rende uno dei riferimenti politici e culturali più importanti per continuare a orientare l’azione e la presenza dei cattolici democratici, popolari e sociali
Perché il Centro è incompatibile con i partiti personali. il commento di Merlo
Il Centro è sinonimo di costruzione politica, è confronto permanente sui contenuti e, in ultima analisi, è fatto di leadership plurali. E dopo il voto europeo, e il concreto responso delle urne, potrà decollare una iniziativa politica che sia anche in grado di rilanciare la qualità della democrazia, il prestigio della politica e, forse, la stessa credibilità delle istituzioni democratiche. Il commento di Giorgio Merlo