Dovremmo davvero preoccuparci del rallentamento cinese? Questa domanda basilare, dissimulata dal solito birignao degli osservatori specializzati, aleggia come un mal di testa nei pensieri degli osservatori, non ultimo fra quelli della Bce, che fra i tanti approfondimenti del bollettino economico di novembre ne dedica uno alla relazione che lega l’eurozona alla Cina per il canale del commercio. Che è solo…
Maurizio Sgroi
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Il conto del QE europeo lo pagano le banche dei paesi forti
Ora che il QE made in Bce ha superato un anno e già si annuncia la sua versione 2.0, vale la pena interrogarsi su cosa sia accaduto nel frattempo, potendone derivare informazioni utili su ciò che accadrà, atteso che la via europea all’allentamento monetario sembra essere l’unica certezza che ci è dato contemplare. L’occasione per pensarci sopra ce la fornisce…
Nella ricca Germania uno su cinque è a rischio povertà
Mi chiedo cosa serva per comprendere il sostanziale fallimento del nostro modello di sviluppo economico di fronte al dato diffuso nei giorni scorsi dall’istituto statistico tedesco, che mostra come una persone su cinque in Germania sia a rischio povertà o esclusione sociale. Persino nella ricca Germania, insomma, dove tutti gli indicatori rilevano uno straordinario successo, 16,5 milioni di persone, pari…
La moria silenziosa delle banche europee
La chiamano razionalizzazione, ma è solo un modo elegante per definire la lenta e costante (quanto silenziosa) morìa delle banche europee che prosegue dalla fine degli anni ’90 e che ha conosciuto una rapida impennata dal 2008 in poi. Per carità, non bisogna stupirsi: le concentrazioni sono uno degli esiti da manuale del processo capitalistico, motivate com’è noto da esigenze…
A volte ritornano: i debiti commerciali del governo italiano al livello del 2008
Alzi la mano chi sa che fine abbiano fatto i debiti che le varie amministrazioni pubbliche hanno nei confronti delle imprese italiane. Dopo aver goduto di ampi onori sulle cronache, di tale partita, che vale alcune decine di miliardi di euro, si sono sostanzialmente perdute le tracce. E poiché conosco abbastanza bene il mio paese, ciò mi fa sospettare non…
Il QE di Draghi porterà un punto di Pil in più in due anni per l’EZ
Ormai che l’asset purchase programme (APP) dell’Eurosistema è entrato in pianta stabile nella nostra esistenza, capisco bene perché molti si chiedano, glissando sugli svantaggi, quali possano essere i vantaggi di questa scelta. Che poi significa, per dirla in soldoni, capire quanto ci abbia guadagnato l’euroarea e soprattutto quanto ci guadagnerà fino al settembre 2016, quando il Qe dovrebbe finire. E…
La guerra commerciale nascosta nel crollo del petrolio
Poiché il calo del petrolio è l’unico evento del mercato reale globale che si segnala per importanza nel corso dell’ultimo anno (i presunti ritocchi ai tassi della Fed ormai sono una barzelletta), mi sembra utile tornarci sopra. Specie in ragione del fatto che un recente paper della Banca d’Italia (“Più greggio per tutti: la rivoluzione shale negli Usa e la…
Il girotondo di dollari che ha condotto alla crisi
La narrazione più conosciuta sulle ragioni della crisi – è tutta colpa degli americani – omette, semplificando a uso degli ascoltatori, il ruolo rilevante che il sistema finanziario europeo ha svolto nella disgraziata vicenda che ci tiene impegnati da oltre un settennio. Per fortuna c’è chi di tanto in tanto aggiunge un capitolo a questa narrazione, che ormai somiglia a…
Il mercato dei bond Usa inizia a far paura
Immaginate un mondo dove 40 trilioni di debiti sono chiamati a sostenere il credito di un’intera economia, che per incidente è la prima del pianeta, e per riuscirci debba essere in grado di trasformare in ogni momento e senza perdite di tempo questi debiti in moneta sonante, perché solo così tali obbligazioni possono essere usate per sostenerne altre ancora. Talché…
L’abbuffata di debiti che ha affamato gli inglesi
Ciò che il XX secolo ha lasciato in eredità ai cittadini britannici sono due record: quello del più grande sviluppo del loro indebitamento privato, da un lato, e quello del più profondo crollo dei loro consumi interni dal 1956, dall’altro. Questi fatti, che si conclamano fra il 2007 e il 2014 fanno già parte della memoria collettiva a tal punto…