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 About Maurizio Sgroi

Giornalista socioeconomico ed esperto di comunicazione. Ha lavorato per un numero imprecisato di giornali, sviluppato progetti editoriali, scritto libri. Fra le altre cose, segue previdenza, mercato immobiliare e finanza pubblica. Coltiva una passione, non ricambiata, per l’economia internazionale.

L’ultima sfida del samurai giapponese

Aldilà dei numeri, che pure sono importanti, l’ultimo Economic surveys dell’Ocse sul Giappone uscito ieri fa sorgere il pensiero che si sia di fronte a qualcosa di più della solita enunciazione tecnico-contabile che interessa solo agli appassionati. Quasi che la terra dei samurai sia di fronte alla sfida terminale contro il mainstream economico del nostro tempo. Quello della crescita spinta…

Ecco perché comandano i tedeschi

In un mondo in cui l’unico valore riconosciuto è quello che si può misurare (e quindi monetizzare) non c’è da stupirsi che la Germania emerga come un gigante nell’Ue e si possa permettere di far risuonare forte e chiara la sua voce fra i suoi cosìddetti partner. Tutti coloro che soffrono tale egemonia - ormai conclamata - e sono sempre…

L’Europa dei finti poveri e dei falsi ricchi

Poiché ormai viviamo immersi in un alveare statistico, ci sono alcune cose che dovremmo ricordarci quando maneggiamo i dati. La prima è una sentenza immortale di Mark Twain: “Le bugie si dividono in tre grandi gruppi: le piccole, le grandi e le statistiche”. La seconda è che i tecnicismi della statistica nascondono tali e tante sfumature che sovente il senso…

La crisi del debito che cova a Pechino

C’è una montagna di debito nascosta fra i bilanci cinesi che, sebbene finora sia stata appannaggio di pochi consessi internazionali, inizia ad emergere dalle cronache di questi mesi tormentati. Di recente se ne sono occupati l’Ocse e il Fondo monetario internazionale, ma la grande stampa se n’è accorta solo pochi giorni fa, quando il Financial times ha pubblicato un articolo…

L’eurodepressione riaccende la miccia del debito privato

Finirà che per risanare i bilanci pubblici falliranno quelli privati. Ossia che la crisi dell’eurozona torni da dov’era cominciata: da quell’enorme debito privato che è stato la causa (prima ancora che la conseguenza) della crisi dei debiti sovrani. Già, perché anni e anni di vulgata sulla cattiveria del debito pubblico hanno (volutamente?) messo in ombra l’estrema pericolosità del debito privato…

La nube dei Pigs nel cielo sopra Berlino

Che lo vogliano o no i tedeschi dovranno spendere di più, se vorranno mantenere le promesse di crescita nei prossimi anni. Che lo vogliano o no, dovranno consumare i loro preziosi attivi commerciali, capitalizzati nell’ultimo decennio. Che lo voglia o no, la Germania dovrà aumentare i salari, con relativi effetti sulla sua domanda interna e sul suo import, e dovrà…

Il mattone europeo è appeso a un fido

La curva disegnata da Eurostat l’11 aprile scorso per raccontare l’andamento del prezzo degli immobili nell’Ue a 17 e a 27 ci dice che i prezzi ormai sono tornati quasi al livello del 2009, dopo sei trimestri consecutivi di ribassi. La curva ci illustra pure come tale livello sia analogo a quello che il mercato europeo aveva raggiunto a fine…

L’eurozona made in China

Un giorno qualcuno ci spiegherà come sia possibile immaginare una moneta unica in un mercato dove il costo del lavoro orario oscilla da 3,7 a 39 euro. Gli studiosi ripetono da anni che un’area valutaria ottimale dovrebbe prevedere fattori di produzioni omogenei, oltre a un sistema di regole simili. E invece… Invece la Commissione europea il 10 aprile scorso, forte…

I Sovrani d’Oriente marciano sull’Occidente

Gli squilibri persistenti delle bilance dei pagamenti di mezzo mondo hanno generato una nuova entità finanziaria che ormai da quasi vent’anni ha un posto di tutto riguardo nel salotto buono del capitalismo globale: il fondo sovrano. Una corposa letteratura, a cui di recente si è aggiunto anche un paper della Banca d’Italia, conferma l’importanza crescente di tali strumenti di governo…

La distruzione del risparmio italiano

La tenaglia della crisi, che deprime i redditi ed erode i patrimoni, ha fatto strame del risparmio italiano, ormai ridotto ai suoi minimi storici, sia come stock, che come propensione annua. L’Istat di recente ha certificato che la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici, nel 2012, si è fermata all’8,2%, a fronte dell’oltre 12% registrato nel 2008. Un calo di…

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