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 About Otto Lanzavecchia

Milano, classe 1996, oggi giornalista professionista e curatore di Decode39. Mi occupo di geopolitica ed esteri, dell'intersezione tra tecnologia e società, di energia e transizione. Tra vento e monti quando riesco. Twitter/X: @otto_lanza

Sicurezza energetica e nucleare, un percorso che va dalla Cop28 al G7

Il governo Meloni guarda con rinnovato interesse all’atomo e delineerà la nuova strategia italiana per un nucleare sostenibile proprio nell’anno della presidenza del Gruppo dei sette. Nell’alveo della spinta globale verso il nucleare, questo G7 sarà fondamentale per fare sì che gli impegni possano trasformarsi in azione, ossia investimenti. L’analisi di Otto Lanzavecchia

Tech, come evolverà la relazione Ue-Usa nel 2024. La mappa del Gmf

Disinformazione, elezioni, IA, flussi di dati, semiconduttori, controlli alle esportazioni. In un anno cruciale per le democrazie digitali, il think tank statunitense offre una serie di predizioni sui dossier tecnologici più importanti della relazione transatlantica

Auto elettrica, Pechino frena sulla sovrapproduzione. Cosa c’è dietro

Le autorità cinesi dichiarano che limiteranno la costruzione “cieca” di nuovi progetti industriali. La sovraccapacità produttiva, alimentata dal fiume di sussidi statali, è una delle preoccupazioni fondamentali dietro alle mosse anti-dumping dell’Ue. Ma più che un tentativo di placare Bruxelles sembra una reazione alla guerra dei prezzi interna e all’affanno economico

Emissioni, effetto Cbam. Perché il dazio Ue irrita il Sud globale

Mentre entra lentamente in vigore, la tassa europea sulle emissioni importate continua ad attirarsi le critiche di partner e rivali. I Paesi Brics la vedono come un’arma commerciale, quelli emergenti come una discriminazione, che risponde alle urgenze climatiche dell’oggi senza considerare chi si è già sviluppato (emettendo) ieri. Un dilemma che l’Ue dovrà affrontare

Chip, ecco il maxi-piano da 430 miliardi di Seul

La Corea del Sud progetta di diventare la centrale globale di design e produzione dei semiconduttori nei prossimi vent’anni. Per farlo vuole alimentare l’ecosistema nazionale, in concerto con i campioni Samsung e SK Hynix, con un flusso impressionante di denaro privato. Ed essere un attore sempre più fondamentale nell’intreccio di alleanze occidentali

Geotermico, è corsa all’innovazione. Ecco chi prova a rivoluzionare l’energia

Una manciata di startup sta sperimentando sistemi sempre più pionieristici per sfruttare l’energia racchiusa nelle viscere della Terra e sbloccare la possibilità di generare energia pulita in aree impensabili. C’è chi ha mutuato la fratturazione idraulica e chi invece vaporizza la roccia con energia diretta per arrivare più in fondo. Ecco chi si muove per espandere le vie della transizione energetica

Sanzioni aggirate via Cina. Così i prodotti occidentali finiscono nelle armi russe

Un’analisi della Kyiv School of Economics mappa la provenienza dei prodotti tecnologici che Mosca impiega nella sua guerra di aggressione contro l’Ucraina. Cresce a dismisura il ruolo della Cina, ma un terzo arriva ancora da Usa, Ue e alleati, anche per via dell’esternalizzazione della produzione e della dipendenza produttiva da Pechino

Gas, la primavera in anticipo: prezzi in calo e Putin smentito (ancora)

Né l’ondata di freddo invernale né l’allontanamento dalle forniture russe hanno impattato l’ottimismo crescente degli operatori sul mercato europeo. Contano le riserve ancora ben colme (anche grazie all’Ucraina), il ridimensionamento della domanda, il meteo e l’aumento della capacità prevista. All’orizzonte, la transizione – e il ruolo del metano come ponte

CO2, tassare per competere. La svolta europea e l’impatto sul mondo

Chi esporta verso l’Unione europea ha appena iniziato a comunicare le emissioni dietro ai propri prodotti. È un passo cruciale per l’avvio della tassa Ue di adeguamento del carbonio alla frontiera. Il suo arrivo ha fatto irrigidire partner e rivali, ma sta anche iniziando a cambiare le carte in tavola e avvicinare la prospettiva di un mercato globale delle emissioni

Petrolio, perché scende il prezzo nonostante il Medio Oriente bollente

Gli impedimenti al traffico nel canale di Suez e l’aumento generale della tensione nella regione non si sta riflettendo sull’oro nero, che si dimostra molto più sensibile al taglio dei prezzi voluto da Riyadh e slitta del 2%. Ecco perché l’aumento della produzione globale e il rallentamento della domanda mettono in ombra le escalation in corso

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