L’industria che gravita intorno alla produzione di autovetture è ancora oggi il più grande datore di lavoro privato nel mondo occidentale. Ma ora stanno emergendo, con l’arretramento dei produttori europei, nuove aree produttive, quali in primis India e Thailandia, accanto alla Cina che ospita ormai nel 2023 poco meno della metà della produzione mondiale. L’analisi di Cesare Pozzi, Professore di Economia industriale presso la Luiss Guido Carli e Università di Foggia
Dalla Rivista
AI e aziende. La Volpe (Ibm) spiega l'equilibrio tra innovazione e regole
La legge europea sull’intelligenza artificiale riconosce che l’innovazione è fondamentale per il successo competitivo e commerciale, ma deve essere bilanciata da un’attenzione alla sicurezza pubblica e agli standard etici. Per le aziende, questo equilibrio sarà essenziale per il successo a lungo termine e per raggiungerlo sarà fondamentale un approccio all’IA responsabile. L’analisi di Alessandro La Volpe, amministratore delegato di Ibm Italia
Clima, energia e industria. Gli ingredienti per il rilancio tedesco secondo Schlembach
La guerra in Ucraina, la rigida politica energetica e climatica dell’Ue, la politica climatica ancora più rigida dei tedeschi e il fattore demografico sono tutti elementi che minano il dinamismo dell’economia tedesca, toccando le fondamenta stesse della nazione. Bisogna tentare un rilancio della crescita che renda il più gestibile possibile l’equilibrio tra protezione del clima e industria/energia. L’analisi di Claudia Schlembach, direttore del Dipartimento di Economia e finanza dell’Accademia di politica e attualità della fondazione Hanns Seidel
Vi spiego i pericoli per l'Ue di restare sotto la frontiera tecnologica. Scrive Martens
L’attuale approccio europeo all’intelligenza artificiale si basa sul recupero dell’hardware e dell’infrastruttura dell’IA e non è sufficiente. L’Unione europea deve investire di più nell’infrastruttura informatica, come già anticipato nel Rapporto Draghi sul futuro della competitività. L’Ue può prosperare con modelli più piccoli per aiutare le imprese a implementare servizi basati sull’intelligenza artificiale. L’analisi di Bertin Martens, senior fellow presso Bruegel
Cosa aspettarsi dall'AI Action Summit di Parigi. L'analisi di Mensi
Nonostante l’AI Act dell’Ue abbia delineato un sistema normativo volto a promuovere un’intelligenza artificiale etica e sicura, con misure su trasparenza e responsabilità, da un lato permangono interrogativi sul suo impatto in concreto sulla qualità e le condizioni del lavoro, dall’altro la governance dell’intelligenza artificiale (a livello europeo e nazionale) rappresenta tuttora una sfida ricca di incognite. L’analisi di Maurizio Mensi, professore di Diritto all’economia presso la Sna, direttore del laboratorio @LawLab Luiss e membro del Cese per Ciu-Unionquadri
Dall'AI Act al Summit di Parigi, perché serve ripensare le normative. Scrive Quintarelli
Il vertice per l’azione sull’IA di inizio febbraio, a Parigi, è un’opportunità per discutere sui futuri sviluppi dell’intelligenza artificiale in un quadro di mutata competizione strategica con le potenze del settore, come Stati Uniti e Cina. È un’occasione per affrontare alcuni aspetti di una delle sfide più complesse: capire come evolvere tempestivamente ed efficacemente le regolazioni nate in diverse regioni del mondo e in forte mutamento. La riflessione di Stefano Quintarelli, presidente associazione Copernicani
Imbrigliare le Big tech non è saggio. Carfagna racconta perché l'AI Act è ormai superato
Trump ha dalla sua le big tech, non perché possa o voglia imbrigliarle o inglobarle come fa la Cina, ma perché le “libera” dai vincoli in cambio di un appoggio incondizionato. L’Ue è un bacino di dati a cui le big tech non possono permettersi di rinunciare ma neanche accetteranno in modo indolore le tante regole imposte dal Vecchio continente. L’analisi di Barbara Carfagna, giornalista Tg1 e conduttrice di “Codice”, Rai
L'ombra ibrida del Cremlino sulle democrazie europee. Scrive Borghi
L’Europa deve rispondere con fermezza, non solo per difendere i propri confini fisici, ma anche quelli digitali e cognitivi. La posta in gioco non è solo la sicurezza, ma la tenuta stessa delle nostre democrazie. L’analisi di Enrico Borghi, senatore della Repubblica, membro della commissione Affari esteri e Difesa e del Copasir
L'equilibrismo di Bruxelles nell'era del nuovo Washington consensus
Bruxelles è già stata colpita dalla riduzione drastica degli scambi con la Russia. Il crescente sospetto con cui gli Usa (e non solo) guardano alla Cina minaccia l’equilibrio della globalizzazione tecnologica, rendendo più difficile per le imprese europee mantenere un flusso di scambi e investimenti con Pechino. L’analisi di Carlo Alberto Carnevale Maffè, presidente Fondazione Riccagioia
Un modello economico da ripensare. La crisi tedesca letta da Van Rij e Schröder
Alla base della crisi politica della Germania c’è il modello economico del Paese. Berlino per decenni ha fatto affidamento su un sistema che dipendeva dal gas russo a basso costo, dalle importazioni di beni di consumo dalla Cina, dalle esportazioni di alto valore e dall’ombrello di sicurezza degli Stati Uniti. L’analisi di Armida Van Rij, senior research fellow, Europe programme presso Chatham House e Patrick Schröder, senior research fellow, Environment and society centre presso Chatham House