Il G7 a guida italiana, in continuità con il G20 a presidenza indiana, continuerà a occuparsi di transizione energetica e cambiamenti climatici, obiettivi che richiedono l’impegno concorde di tutta la comunità internazionale. L’ascolto delle voci del G20 sarà cruciale affinché il G7 resti un attore rilevante, capace di concorrere a determinare le dinamiche mondiali e a orientarle in senso coerente con i propri principi etici e democratici. L’analisi di Vincenzo De Luca, ambasciatore d’Italia a Nuova Delhi
Dalla Rivista
Quale responsabilità per le aziende che operano nel campo dell’IA. Scrive Rebattoni (Ibm)
Il 2024 sarà l’anno in cui le imprese, di ogni settore e dimensione, adotteranno l’intelligenza artificiale nei suoi numerosi casi d’uso. Per chi intende guidare questa rivoluzione, ci sono alcuni importanti principi da considerare. Accanto all’impegno dei regolatori, deve esserci la responsabilità delle aziende che operano nel campo dell’IA. L’analisi di Stefano Rebattoni, presidente e amministratore delegato di Ibm Italia
Fede, coraggio e visione. Perché ricordare De Gasperi secondo Alfano
Il cristiano, lo statista, il leader politico, il profeta, il costruttore, De Gasperi ha ancora tanto da dire alla politica e alla società di oggi: i suoi ideali sono rimasti vivi e intatti nonostante il trascorrere dei decenni, le sue intuizioni restano valide e attuali, il suo stile andrebbe elevato a paradigma per chi vuol servire la cosa pubblica. Il commento di Angelino Alfano, presidente della Fondazione De Gasperi
L'esempio di De Gasperi per la politica di oggi. L'analisi di Ornaghi
Nel discorso che De Gasperi fece a Bruxelles nel 1948 ciò che colpisce oggi è il nesso che lega valori e scopi dell’impegno personale alla capacità di innalzare la visione e l’azione di chi fa politica. Un simile nesso solleva in noi la domanda se nella causa per cui il cristiano risponde alla vocazione per la politica non stia il fondamento stesso della sua capacità di interpretare e cercare di orientare tutto ciò che interessa la vita di un popolo. L’analisi di Lorenzo Ornaghi, presidente dell’Alta Scuola di economia e relazioni internazionali e già rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore
Contro la manipolazione dell'elettorato, lo Stato diventa intelligente
Non solo la percezione storica e il racconto dell’attualità dei Paesi meno democratici rischiano di essere appannaggio dell’intelligenza artificiale: le democrazie sono messe a rischio fin nei processi elettorali dall’invasione dei deep fake, nell’anno in cui più di quattro miliardi di persone vanno a votare. Ecco perché i colossi dell’intelligenza artificiale, come Microsoft e Google, si coalizzano per la prima volta contro le immagini, voci e video falsi che ormai chiunque può creare a poco prezzo con un’app. Il commento della giornalista Barbara Carfagna
Sull'Intelligenza Artificiale torni centrale il capitale umano. L'analisi di Mensi
L’AI report 2024 indica che nel prossimo decennio la vera sfida della “New AI-conomy” sarà quella della formazione e della riqualificazione professionale, per consentire la transizione al mondo nuovo non solo per chi acquisisce nuove competenze, ma anche per chi cambia occupazione. Di qui la necessità di combinare intelligenza artificiale generativa e lavoro umano. Il punto di Maurizio Mensi, professore di Diritto dell’economia presso la Sna e direttore del laboratorio di ricerca @LawLab Luiss
IA, siamo vicini a una democrazia computazionale? Risponde Benanti
La democrazia sfrutta le potenzialità delle tecnologie informatiche per rendere più efficace e inclusiva la partecipazione dei cittadini alle decisioni pubbliche. Se il primo decennio del secolo ci ha fatto sperare che il digitale connesso fosse lo spazio dove si sarebbe diffusa e rafforzata la democrazia liberale, la fine del secondo decennio ci ha iniziato a far temere per il futuro nello spazio digitale-computazionale. L’analisi di Paolo Benanti, professore straordinario della facoltà di Teologia presso la Pontificia università gregoriana e presidente della Commissione AI per l’informazione
Lavoro e innovazione tecnologica. Becchetti spiega di cosa preoccuparsi veramente
Sappiamo che i tanti posti di lavoro creati potranno essere occupati solo con una riqualificazione che consentirà di acquisire nuove competenze e che i lavoratori nel futuro dovranno necessariamente saper interagire con le nuove tecnologie. Per questo la direzione verso la quale dovranno essere indirizzate le politiche del lavoro, quella della formazione permanente, è assolutamente chiara se non vogliamo che il mismatch arrivi a livelli esponenziali. L’analisi di Leonardo Becchetti, professore di Economia politica presso l’Università di Roma Tor Vergata
Bruxelles non ha ancora sciolto i nodi posti da De Gasperi. Preda spiega perché
Si è tornati a parlare di una difesa comune europea, ma nessuno sembra accorgersi della necessità che questa sia collegata a un governo europeo e a una statualità europea autonoma. Riappaiono nuovi nazionalismi, nuove pareti di odio, quelle pareti che erano state demolite settant’anni fa. Tornare alla visione di De Gasperi e dei padri fondatori può aiutarci oggi a dare risposte alle nuove sfide che l’Europa si trova ad affrontare. Il commento di Daniela Preda, professoressa di Storia contemporanea e di Storia e politica dell’integrazione europea presso l’Università di Genova
IA, ecco la roadmap per regolare il futuro. L'analisi di Finocchiaro
Sarebbe un grande successo se il G7 a guida italiana individuasse una roadmap per la regolazione dell’IA, insieme a una proposta di governance globale, tanto difficile quanto necessaria. Il punto di Giusella Finocchiaro, co-founder e partner di DigitalMediaLaw e professoressa di Diritto di Internet e di Diritto privato presso l’Università di Bologna