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Emergenza e politiche. Pellicciari analizza il dibattito sull’immigrazione

A che punto siamo sull’immigrazione? Domanda lecita vista la presidenza italiana del G7 e dopo un 2023 che ha segnato un cambio di passo di Roma nei confronti di uno dei problemi più divisivi della recente storia politica italiana. Il commento di Igor Pellicciari, professore di Storia delle istituzioni e Relazioni internazionali presso l’Università degli studi di Urbino

Nel G7 2024 a guida italiana, clima e infrastrutture viaggeranno insieme

I grandi della terra sono consapevoli degli effetti catastrofici della mancanza di sviluppo nelle aree più povere del globo. Senza infrastrutture non c’è crescita e senza crescita non c’è futuro. Ecco perché una delle priorità della presidenza italiana del G7 è di incentivare la realizzazione di nuove infrastrutture, soprattutto energetiche, grazie al sostegno dell’Europa

Un presidio operativo sull'Intelligenza artificiale. Consigli (cyber) per il G7 italiano

Di Barbara Caputo

Per i Paesi del G7 è fondamentale avere un presidio operativo e tecnologico sul tema dell’IA, una squadra di esperti di dimensioni adeguate ai bisogni delle filiere che si decide di presidiare. Un team che deve fare tutto il necessario per avere campioni nazionali e garantire che le infrastrutture critiche e i dati sensibili siano al sicuro. La riflessione di Barbara Caputo, docente di Machine learning e Deep learning al Politecnico di Torino

Mettere l'Africa al centro del G7. L'obiettivo di Roma spiegato da Stefanini

C’è una convergenza fra interesse occidentale ad allacciare un rapporto più stretto e cooperativo col Sud globale e italiano a farsene alfiere in veste di presidenza di turno, declinandolo verso l’Africa rimasta a lungo ai margini della globalizzazione. La collocazione geografica è felice. Non basteranno però le buone intenzioni o le belle parole. L’analisi di Stefano Stefanini, senior advisor dell’Ispi e già rappresentante permanente d’Italia alla Nato

Un nuovo rinascimento per l’IA, non a caso in Italia. Scrive Paolo Benanti

Di Paolo Benanti

È fondamentale mettere l’uomo al centro e sviluppare un modello di riscoperta dell’umano e del suo valore nella relazione con le macchine. L’analisi di Paolo Benanti, professore straordinario della facoltà di Teologia presso la Pontificia università gregoriana e nuovo presidente della commissione AI per l’informazione

Perché le elezioni europee 2024 fanno gola agli hacker russi. La versione di Pina Picierno

Di Pina Picierno

In vista dei prossimi appuntamenti elettorali in Ue, la prevenzione e il contrasto alla disinformazione è una priorità assoluta. Facendo tesoro delle lezioni apprese durante la pandemia, l’Unione ha sviluppato strategie e strumenti idonei, ma il mutato contesto internazionale ha richiesto sforzi maggiori. La crescente assertività delle campagne di disinformazione sul suolo del Vecchio continente, spesso pilotate da attori esterni come Russia, Cina e Iran, ha portato a potenziare le task force già esistenti. La riflessione di Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo

Gli Accordi di Abramo sono andati in fumo? Risponde il gen. Jean

Gli Accordi di Abramo si basavano sulla constatazione di un’assoluta superiorità militare israeliana e su di una ridotta capacità dei nemici interni ed esterni di Israele di provocargli danni rilevanti. Ora quella situazione è scomparsa ed è difficile che possa essere ripristinata. L’analisi di Carlo Jean, generale degli alpini in congedo e presidente del Centro studi di geopolitica economica

Così il G21 frena l'avanzata dei Brics sull'Africa. L'analisi di Pedde

La trasformazione ufficiale del G20 in G21 risponde a un interesse degli Usa di riconquistare il sostegno dei Paesi africani e contenere il ruolo dei Brics che sembrano oggi un pericoloso aggregatore di interessi contrastanti con l’attuale assetto globale. L’analisi di Nicola Pedde, direttore dell’Institute for global studies e professore di Geopolitica dell’energia

Il cambio di passo di Italia e Germania spiegato da Nelli Feroci (Iai)

Non si è ancora riusciti a dare prevedibilità e sistematicità alle relazioni tra Germania e Italia, a differenza di quanto realizzato tra Francia e Germania e tra Italia e Francia. Eppure sono rilevanti le convergenze tra i due Paesi. Uno strumento per regolare questi rapporti potrebbe essere utile sia sul piano bilaterale sia per far avanzare dossier prioritari dell’Ue. L’analisi di Ferdinando Nelli Feroci, presidente dell’Istituto affari internazionali (Iai)

Global south, per contare all'Ue occorre politica, proiezione militare e securitaria. Scrive Stefanini

L’Europa dovrebbe essere consapevole di quello che non è. Quando il gioco internazionale si fa duro le leve economiche e regolamentari passano in secondo piano. Non bastano. Occorrono anche politica, proiezione militare e di sicurezza. L’analisi di Stefano Stefanini, senior advisor dell’Ispi e già rappresentante d’Italia alla Nato, apparsa nell’ultimo numero della rivista Formiche

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