C’è stato un aumento della disinformazione russa in vista delle elezioni del Parlamento europeo, ma la disinformazione non si limita al periodo elettorale. A prescindere dal risultato elettorale, combattere la manipolazione informativa dovrebbe essere in cima all’agenda dell’Ue per il prossimo mandato. L’analisi di Irene Sánchez e Giorgos Verdi, rispettivamente program and office coordinator e policy fellow Ecfr
La promessa dell’Open Internet come sistema di comunicazione unico per l’umanità, per la crescita economica e il progresso sociale è sempre più a rischio. Le minacce sono molteplici e riguardano i tre livelli principali di Internet: il livello dei contenuti, dove la disinformazione, la censura e le pratiche anticoncorrenziali sono legate alle piattaforme digitali; il livello della logica, dove standard e protocolli fondamentali di Internet sono sempre più un’area di contesa politica e geopolitica; e il livello fisico, dove a causa della mancanza di infrastrutture digitali, 2,7 miliardi di persone rimangono offline e persiste un divario digitale, in particolare tra aree urbane e rurali.
A partire da questa considerazione, lo European Council on Foreign Relations e Formiche, con il supporto di Google, promuovono il progetto Open Internet e sovranità tecnologica europea, realizzato con il gentile sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, finalizzato a generare idee e proposte di policy sul ruolo che l’Europa può giocare, nel medio e lungo periodo, all’interno della competizione globale tecnologica, con particolare attenzione alle sfide poste dall’invasione russa dell’Ucraina.
In quest’ottica, il fine è quello di esaminare come l’Unione Europea dovrebbe procedere in modo da rafforzare la propria sovranità ed autonomia strategica tecnologica come player globale e regionale.