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Che cosa cambia dopo le elezioni in Georgia

Tutto cambierà in Georgia. Questa è l’unica certezza dopo la vittoria del leader dell’opposizione Bidzina Ivanishvili, che ha ottenuto 55% dei voti con la coalizione Sogno Georgiano nelle elezioni parlamentari. Il leader della coalizione ha dichiarato che non rimarrà in carica “neanche uno dei ministri”. E chi farà parte del nuovo governo? Ivanishvili ha ammesso che non è in grado di dirlo, ma che dopo le prime riunioni di lavoro darà informazioni più concrete.
 
Ha anche garantito che il processo di transizione ci sarà e avverrà in un ambiente di cooperazione con il governo uscente. L’attuale presidente Mijaíl Saakasvili ha riconosciuto la sconfitta e ha dimenticato i rancori dopo l’invito alle dimissioni di Ivanishvili.
 
Saakasvili ha tanti difetti: egocentrico e autoritario, spesso le sue politiche economiche sono state mal concepite, come ricorda oggi Ian Bremmer, presidente di Euroasia Group, sul Financial Times. Ma è, nonostante tutto, un uomo democratico. “Ha istituzionalizzato un sistema democratico che si trova in netto contrasto con le autocrazie asiatiche centrale e per la democrazia Potemkin della Russia. L’economia georgiana crescerà di circa il 7,5% quest’anno. La corruzione di Stato è stata drasticamente ridotta”, ha spiegato Bremmer. Tutti dati positivi per la crescita.
 
Saakashvili resterà presidente fino alle elezioni che si terranno il prossimo anno, ma non potrà essere rieletto alla fine del 2013 perché la Costituzione impedisce un terzo mandato. Nel 2014 la Georgia diventerà una repubblica parlamentare e l’uomo forte sarà il primo ministro, eletto dalla maggioranza del Parlamento e con l’incarico di guidare la politica estera e interna del Paese.
 
Ora nella scena politica georgiano irrompe quindi il miliardario Bidzina Ivanishvili, che molto probabilmente ricoprirà il ruolo di premier. Ivanishvili è un uomo con un patrimonio di circa la metà del Pil della Georgia. La sua fortuna è stata costruita in Russia, il che ha portato i suoi critici ad avvertire sulle possibilità che il Paese si allontani dall’Occidente ed entri nell’orbita di Mosca. Una certezza però l’ha anticipata ed è che la Georgia manterrà la disposizione di entrare nella Nato e di stringere i rapporti con gli Stati Uniti e l’Europa, oltre ad avere una posizione strategica tra la Russia, la Turchia, l´Iran e l´Asia centrale.
 
Secondo Bremmer, Ivanishvili diventerà un ministro forte con un approccio più pragmatico nelle relazioni con i suoi vicini di regione. “Questo è intelligente, date le piccole dimensioni della Georgia e la mancanza di ricchezze naturali”, ha scritto sul FT. Nel mare di incertezze c’è però un punto fermo: l’accettazione della vittoria di Sogno Georgiano da parte del partito di governo Movimento Nazionale Unito è la prima dimostrazione della transizione pacifiche tra partiti a confronto dopo la caduta dell’Unione Sovietica nel 1991.

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