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Idee e passioni del nuovo delfino di Chávez

Anche questa volta ha vinto Hugo Chávez la presidenza del Venezuela. Gli elettori hanno affidato all’ex militare la guida del Paese fino al 2019. Ma qualche mese fa non era sotto i ferri di una sala operatoria cubana, con tanto di chemioterapia, a rischio di morte? A quanto pare Chávez ha sconfitto il cancro ed è in piena salute. Solo che, a differenza di altre volte, questa volta sorge la domanda: che cosa succede se Chávez venisse a mancare? In Venezuela, se l’assenza è temporanea, il presidente della Repubblica viene sostituito dal vicepresidente per un periodo massimo di 90 giorni, che possono essere prorogati per altri 90 giorni. Se la mancanza invece è definitiva, il vicepresidente assume il controllo totale del governo e convoca nuove elezioni nel periodo stabilito dal Parlamento.
 
Data l’importanza di questo incarico, mercoledì il presidente Chávez ha fatto la prima mossa nel suo nuovo governo: ha nominato Nicolás Maduro come vicepresidente, in sostituzione del sociologo Elías Jaua. Maduro è uno degli amici intimi di Chávez al governo e alleato indiscutibile della rivoluzione socialista. Dall’estate del 2006, è stato ministro degli Affari esteri venezuelano, dopo avere svolto un ruolo fondamentale come membro del Gruppo parlamentare di amicizia Venezuela-Cina.
 
Ma la preparazione di Maduro è tutt’altro che diplomatica. Nato a Caracas nel 1962, l’uomo di fiducia di Chávez, considerato il suo delfino politico, era conducente dei vagoni della metropolitana nella capitale venezuelana. Ed è proprio lì, tra la gestione dei turni e i diritti dei lavoratori sottoterra, che è nata la sua vocazione politica. Ha fondato e diretto il Sindacato del Metro de Caracas (Sitrameca) fino a quando ha cominciato a militare nel primo partito di Chávez: il Movimento Bolivariano Rivoluzionario 200 (Mbr-200).
 
Maduro è diventato uno dei punti di riferimento del “chavismo” da quando lavorò attivamente nella campagna presidenziale del 1998. Una volta vinte le elezioni, è stato scelto come deputato dell’Assemblea nazionale e riconfermato nel 2005. Dalle lotte sindacali a quelle legislative.
 
Nel 2006 il presidente Chávez ha nominato l’ex sindacalista ministro degli Affari esteri, in sostituzione di Alí Rodríguez Araque, oggi segretario generale di Unión de Naciones Sudamericanas. Agli Esteri, Maduro è stato un personaggio chiave nella riuscita di molti accordi bilaterali con la Cina, la Russia e l’Iran, mentre con gli Stati Uniti ha sempre creato tensioni.
 
Oltre a essere uno degli alleati politici di fiducia, Maduro è amico intimo di Chávez. Lo andava a trovare speso quando l’ex militare era in galera nel 1992 dopo aver fallito il colpo di Stato ed è stato uno dei pochi a essere presente a La Habana nel 2011 durante la terapia post-operatoria del cancro.

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