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Ecco la fabbrica delle narcomodelle

Sono attraenti e imprenditrici. Hanno sfilato nelle passerelle internazionali e sono state il volto di campagne pubblicitarie. Sono modello di bellezza ma anche di crimine. Forse perché paga di più. Alla lista pubblicata l’anno scorso da El País si aggiunge la storia di due modelle venezuelane attive nel mondo del traffico di droghe e prostituzione: Jimena Araya e Karla Osuna. Ragazze che sono passate da essere modelle a criminali latitanti. Come la protagonista del film “Miss Bala” di Gerardo Naranjo.
 
Araya, conosciuta come “Rosita” per un personaggio sexy che interpretava in tv, è ricercata per avere aiutato a fuggire al narcotrafficante Héctor José Guerrero Flores, “el Niño Guerrero” dal carcere di Tocorón in Venezuela. Ma dietro c’è tutta una rete di prostituzione. La modella Karla Osuna, invece, è stata detenuta per traffico di droghe dopo che è stata fermata in un albergo vicino a Caracas con 200 chili di cocaina.
 
La prima “narco-modella” però è stata la colombiana Angie Sanclemente Valencia, boss di una rete di traffico di cocaina in America latina. Ora Angie è tra le sbarre, da dove continua a proclamare la sua innocenza. “È tutta invidia”, dice. Ma dal 2009 al 2011 è stata ricercata dall’Interpol perché gestiva un gruppo di giovani ragazzi che distribuivano droghe dall’Argentina verso l’Europa. Il metodo di Angie era simile a quello del film colombiano “Maria Full of Grace” di Joshua Marston (2004): Ogni “chica linda” prendeva 5.000 dollari per un viaggio carico di droghe verso l’Europa o gli Stati Uniti.
 
Nel 2000 Angie fu eletta la Regina del Caffè, uno dei più importanti concorsi di bellezza della Colombia. Due giorni dopo è stata destituita (con tanto di ritiro della corona e scandalo mediatico) perché aveva mentito sul suo stato civile. A tradirla è stata la suocera. Ma alla bellissima trentenne è andata bene lo stesso. Dopo avere riconsegnato la corona è diventata testimonial di una marca di lingerie ed era richiesta da tutte le maggiori sfilate di moda della Colombia.
 
Angie pensava in grande e così si è trasferita in Messico, dove ha conosciuto “Il Mostruo”. Boss di un importante cartello della droga nel paese azteca. E lo ha sposato. Il matrimonio è durato poco ma Angie aveva comunque imparato il mestiere del marito ed è tornata a fare rotta verso sud, in Argentina, dove è arrivata a dicembre del 2009.
 
Un’altra narco-modella famosa è Enedina Arellano Félix. Conosciuta come la “narco-mami”, si è laureata in Amministrazione in un’università privata messicana. È diventata la leader principale del Cartello de Tijuana. A differenza di Angie, questa donna è discreta e poco appariscente. Non si fa sentire né vedere quando si sposta. Anche lei, è una regina cresciuta all’ombra dei re. Le dinamiche “machiste” sono anche presenti nel narcotraffico. Enedina, infatti, è arrivata al potere dopo che tutti i suoi fratelli sono stati uccisi e messi in carcere. Il suo compagno di avventure (e amore?) è Manuel Aguirre Galindo, alias “El Caballo”, uno degli uomini più ricercati del Messico e degli Stati Uniti.
 
Un’altra narco-femme è Sandra Ávila Beltrán, bellissima donna nata a Baja California. Sandra ha 46 anni e la sua è una famiglia di noti narcotrafficanti nella zona. Per le sue mani sono passati milioni di dollari quando collaborava con lo zio Miguel Ángel Félix Gallardo, conosciuto come “El Padrino”, uno dei narcotrafficanti più potenti del Messico. Sandra è riuscita a controllare la zona marittima dalla Colombia verso gli Stati Uniti. E il suo ufficio principale è a Guadalajara, da dove viene il nome: Regina del Pacifico. È stata arrestata nel 2008, ma il “mito” continua. Ha ispirato la creazione della protagonista del romanzo di Arturo Perez Reverte, “La regina del Sud” (Net, 2006), Teresa Mendoza, messicana, donna bella e spietata. Dopo la morte del suo fidanzato, fugge in Spagna, una specie di esilio volontario. Lontano da casa, magari, poteva guarire il dolore. Sicuramente stava più al sicuro. Da lì, entra in contatto con la più importante rete di narcotraffico e contrabbando del paese iberico, di cui diventa capo assoluto.
 
L’adattamento cinematografico di “La regina del sud”, ad esempio, è saltato a seguito di minacce arrivate alla produzione, che aveva già assegnato la regia al venezuelano Jonathan Jakubowicz e il ruolo da protagonista a Eva Mendez. È comunque a lei che ha pensato Steven Soderbergh per “Traffic”. Oltre alle similitudini narrative, il volto di Catherine Zeta-Jones assomiglia molto a quello della Beltrán.
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