Cronaca di un boom annunciato, ma non così scontato. Che alle elezioni regionali siciliane il Movimento Cinque Stelle avrebbe fatto il botto erano in tanti a dirlo. Non solo i grillini entusiasti del pienone registrato nel tour del loro leader tra le città dell’Isola. Anche tanti osservatori autorevoli interpellati da Formiche.net, dalla direttrice di Euromedia Research Alessandra Ghisleri ai giornalisti made in Sicily Gianni Riotta, Pietrangelo Buttafuoco e Giuseppe Sottile, avevano profetizzato un successo del comico genovese e del suo candidato Giancarlo Cancelleri.
Ma tra il dire e fare c’è di mezzo un mare. Un mare di elettori che è storicamente poco sensibile alle grandi innovazioni in campo politico, al web, ai cambiamenti. Basti pensare che alle amministrative di maggio, il M5s era riuscito a formare una lista soltanto in tre Comuni siciliani, Sciacca, Palermo e Caltagirone: in nessun caso ha superato lo sbarramento del 5%.
Per questo il passaggio dal flop della scorsa primavera all’exploit di quest’anno non può lasciare indifferenti. La doppia cifra raggiunta dall’esponente grillino e il fatto che il M5S sia il primo partito in Sicilia in termini percentuali con il 14,5%, stando ai primi dati, è già un parziale successo, indipendentemente da chi vincerà; anche se i grillini non sono riusciti a scalfire più di tanto l’astensione. Come ha ammesso lo stesso Cancelleri: “Mi sento portavoce di una lista che ha segnato pesantemente queste elezioni, solo un piccolo neo: l`astensionismo, un siciliano su due ha scelto di non votare”.
La doppia cifra, comunque, manda un messaggio chiaro su cui la politica nazionale dovrà riflettere. Insieme con un altro dato, questo già certo, e cioè che ad andare alle urne è stata meno della metà dei siciliani (il 47, 5%).
Così lo spazio per i partiti tradizionali, tra chi vota il M5S e chi non vota proprio, si assottiglia sempre di più. Come scrive il direttore del Tg La7 Enrico Mentana su Twitter: “Sicilia, maggioranza assoluta agli astensionisti (52,58%). Ora è terrore nei Palazzi: se Grillo fa boom alla fine quanto resta ai partiti?”.
Alcuni cinguetti eleggono come vincitore l’astensionismo più che Grillo:
#Grillo non è la soluzione alla crisi della politica (vedi astensione in Sicilia) ma il #M5S primo partito è risultato da non sottovalutare (Piero Vietti)
La stampa parla di boom di #Grillo. Io non ce lo vedo. Più della metà degli elettori ha scelto di non votare. E´ un insuccesso per tutti. (Francesco Lanza)
Forse su #elesicilia e il risultato di Grillo qualcuno su twitter è stato un po´ precipitoso (Stefano Menichini)
Sembra di capire che l´astensione ha fermato Grillo (Antonio Polito)
Mentre il direttore del Foglio Giuliano Ferrara, dal risultato di Parma a quello che si prospetta in Sicilia, irremovibile, non cambia idea: “Vedo che Grillo ha rimediato in Sicilia il solito flop. Baci”