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Così Monti rassicura Marchionne sull’import giapponese

 

Il sottosegretario allo Sviluppo economico Massimo Vari, parlando ieri al termine del Consiglio Ue sul Commercio estero a Bruxelles, ha assicurato che l’Italia “seguirà con attenzione”, in particolare per quanto riguarda il settore dell’auto, la fase negoziale che si apre a seguito del mandato conferito ieri dallo stesso Consiglio alla Commissione europea per concludere un accordo di libero scambio con il Giappone.

Vari ha anche risposto alle critiche che l’Associazione europea dei costruttori d’auto (Acea), presieduta da Sergio Marchionne della Fiat, ha espresso contro l’approvazione del mandato, sostenendo che ci vorranno probabilmente 15 anni prima che i dazi alle importazioni giapponesi in questo settore siano rimossi, un tempo sufficiente perché l’industria dell’Ue recuperi competitività.

“L’Italia – ha affermato Vari – condivide l’obiettivo strategico di un accordo che sia equilibrato e vantaggioso per entrambi i contraenti; per questo ci siamo impegnati perché il mandato tenga conto di tutti i nostri interessi”, comprese “le nostre esportazioni in Giappone, che riguardano una molteplicità di prodotti”.

Finora, ha ricordato, “avevamo ottenuto che il mandato negoziale tenesse conto di diversi settori ‘sensibili’, ma non ancora esplicitamente di quello dell’auto”. Ma oggi, “assieme a un gruppo di paesi che condivideva l’interesse per questo settore, cruciale per le nostre economie, ci siamo impegnati per far recepire nel mandato una clausola volta a evitare un aumento eccessivo dei flussi commerciali di auto dal Giappone”.

“Abbiamo ottenuto – ha spiegato il sottosegretario – che il settore dell’auto sia esplicitamente menzionato quale prodotto ‘sensibile'” in questa clausola di salvaguardia, Di conseguenza, “l’abolizione dei dazi per le importazioni di auto dal Giappone sarà ritardata per un periodo ben superiore al periodo transitorio di sette anni: così, al bisogno potremo bloccare flussi commerciali abnormi”.

Riferendo quanto aveva detto nel suo intervento in Consiglio il commissario Ue al Commercio estero, Karel De Gucht, Vari ha poi spiegato che i primi dazi per le importazioni di auto giapponesi potrebbero essere rimossi solo fra 15 anni, ovvero almeno tre anni dopo la fine del periodo transitorio di sette anni, a cui bisogna aggiungere il tempo necessario a finalizzare l’accordo e almeno altri due anni per la sua ratifica. “Tutti si augurano che nel frattempo l’industria europea dell’auto sia diventata competitiva”, ha concluso il sottosegretario.

Anche al di là degli interessi del comparto auto, il mandato negoziale è “accettabilmente equilibrato”, e “tiene conto delle esigenze di molti settori italiani che hanno interessi offensivi o difensivi nei confronti del Giappone”, ha affermato Vari.

A questo proposito, un altro emendamento promosso dall’Italia e approvato oggi prevede che la Commissione sospenda i negoziati con Tokio, se da parte giapponese non vengono rispettati gli impegni riguardanti al rimozione delle barriere tecniche e non tariffarie all’accesso al loro mercato. Si tratta di 31 diverse barriere, che riguardano ad esempio le licenze per aprire officine automobilistiche, il riconoscimento di alcuni additivi alimentari, o la distribuzione all’ingrosso di alcolici.

“L’Italia – ha concluso il sottosegretario – sarà sempre pronta a verificare che cosa fa la Commissione, se il negoziato viene sospeso nel caso in cui gli ostacoli non tarrifari in un particolare settore non vengano eliminati”.

 

 

 


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