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Cosa cambia con il referendum in Egitto?

Sintesi di un’analisi uscita sul sito dell’Istituto per gli studi politici internazionale

Tra il 15 e il 16 dicembre gli egiziani voteranno la nuova Costituzione. Gli articoli sono stati approvati in pochi giorni da un’assemblea composta quasi esclusivamente da intellettuali e parlamentari islamisti, dopo il ritiro di diversi laici e liberali. Se approvata, la nuova Carta fondamentale egiziana sostituirà la Costituzione precedente, scritta nel 1971, ma modificata diverse volte negli anni successivi.

Tra le novità della nuova bozza costituzionale ci sono alcune norme di carattere religioso che non erano presenti nella Costituzione precedente. L’articolo 3 specifica che lo Stato garantisce l’autonomia legislativa ai cristiani e agli ebrei per quanto riguarda alcuni ambiti di legge. L’articolo 4, forse la novità costituzionale più significativa, richiede ai deputati di consultare gli esperti dell’Università Al Azhar per verificare che le norme proposte dal Parlamento siano rispettose della legge islamica, attribuendo così a un organismo non eletto il potere d’influenzare il processo legislativo.

Quest’ultima norma vuole evitare che il richiamo legislativo alla Shari’a resti inapplicato come in passato. Dal 1980, il secondo articolo della Costituzione stabilisce che la legge islamica è la principale fonte legislativa, ma questa norma è stata spesso ignorata. I costituenti hanno conservato la medesima formulazione della legge costituzionale precedente, ma hanno specificato che “i principi della Shari’a includono evidenze generali, le regole fondamentali, le norme di giurisprudenza e le fonti (di legge) credibili, accettate dalla dottrina sunnita e dalle comunità più grandi”(219) per vincolare la legislazione egiziana al rispetto della legge coranica.

Una scelta motivata dalla volontà dei Costituenti egiziani di educare il popolo ai valori morali e religiosi presenti nella Shari’a, attraverso la struttura statale. In questo senso, è interessante comparare gli articoli sulla famiglia e sulla donna presenti nella Costituzione precedente (9, 10,11,12) con quelli della Carta fondamentale proposta dalla nuova Assemblea costituente (10,11).

In generale, la bozza della nuova Costituzione egiziana mantiene e rafforza tutti gli articoli che consentono allo Stato di interferire nella vita privata dei suoi cittadini per preservare le norme morali tradizionali. Una decisione criticata da diverse organizzazioni e alcuni intellettuali liberali. Molti di loro fanno notare che la tradizione e la moralità non sono né immutabili né condivise. Lo Stato non può perciò monopolizzare la definizione delle norme morali che sono, per loro natura, mutevoli.

Tuttavia l’ambiguità di alcune norme e la natura morale di diverse leggi consentono allo Stato di imporre una visione della società uniforme, basata più sull’ideologia del gruppo di potere che sul rispetto di norme condivise da tutti i cittadini.

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