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Espulsioni e complottismo dietrologico. Grillo è in difficoltà?

Chi si sente in difficoltà è il primo ad attaccare. Una vecchia regola della psicologia che sembra calzare a pennello per l’ultimo Beppe Grillo. Il comico genovese è in evidente affanno.

Dopo il flop delle parlamentarie, il comico genovese è sempre meno ben disposto alle critiche interne e la lista delle espulsioni continua ad allungarsi. Non gli è bastato il clamore suscitato dalla cacciata di Federica Salsi e Giovanni Favìa. Oggi è il turno di Raffaella Pirini, consigliere comunale della lista Destinazione Forlì, rea di aver difeso Salsi e per questo diffidata via mail di usare il marchio del Movimento Cinque Stelle.

Anche i toni sul suo blog, prima spesso goliardici e scherzosi, si fanno cupi nell’immaginare un complotto a suo danno ordito dal ministro dell’interno Anna Maria Cancellieri, dal premier Mario Monti e dal capo dello Stato Giorgio Napolitano. Scrive in un post intitolato “Elezioni truffa”: “L’idea di tenere le elezioni a febbraio è apparentemente folle e avviene per la prima volta nella storia della Repubblica, ma invece è un colpo di genio della Cancellieri, di Rigor Montis e di Napolitano. Ottengono in un sol colpo due risultati. Il primo è che il M5S, l’unico grande movimento politico non presente in Parlamento ha a disposizione circa tre settimane sotto le feste natalizie per stampare le liste con i candidati circoscrizione per circoscrizione, evitare qualunque errore, organizzare i banchetti in tutta Italia, raccogliere decine di migliaia di firme, validarle, verificarle e quindi consegnarle al tribunale di competenza. Sembra l’undicesima fatica di Ercole. Il secondo risultato, nel caso si riescano a raccogliere firme sufficienti in Italia e nelle circoscrizioni estere, è sottrarre due mesi di campagna elettorale al M5S nelle piazze e in Rete”.

È vero, i tempi stretti sono un problema reale per tutti i movimenti minori o che si affacciano per la prima volta alle elezioni. Lo ha sottolineato anche Mario Staderini, segretario dei Radicali, che ha scritto una lettera a Monti per evidenziare il problema e ha chiesto a Grillo un “firma day”, una raccolta firme riunita per tutti i partiti minori. Ma da qui a sollevare l’ipotesi del complotto ce ne passa, caro Beppe. La sensazione è che il comico si sia accorto che la strada in discesa preannunciata da molti verso un trionfo del M5S alle prossime elezioni sia, in realtà, in salita.



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