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Caro Luca, non capisco: la nostra Italia Futura sarà la stampella del Pd?

Caro Presidente Montezemolo,

mi chiedo e le chiedo: cosa succede?

Perdoni se le pongo la domanda in modo diretto, magari all’apparenza può sembrarle persino arrogante, ma insisto: cosa è successo o sta succedendo a Italia Futura?

Dove sono andati a finire gli ideali in cui credo e ho contribuito a diffondere in questi anni, fin da quando Ella sentì l’esigenza improcrastinabile di “metterci la faccia” a fronte dell’evidente declino del Paese e del fallimento di una promessa fatta da altri e non mantenuta?

Erano, quelli, altri tempi, ancora al governo del Paese vi era una solida maggioranza e ci voleva coraggio nel criticarla ma, sono certo, era consapevole delle conseguenze e  del sacrificio al quale si sottoponeva.

Ciò nonostante, il desiderio, la passione, il senso di responsabilità e l’amore per il nostro Paese l’ha spinta a creare Italia Futura.

In questi suoi sentimenti, mi sono immediatamente identificato. Così come negli ideali che hanno ispirato il suo movimento per un rinnovamento liberale ed europeista che potesse realizzare il sogno di costruire un Paese moderno, dove il merito e le capacità personali possano essere esaltati e non mortificati da un corporativismo diffuso, dove l’ambizione di una classe dirigente sia quella di essere al servizio della collettività, di uno Stato più snello e meno pervasivo che si occupi solamente dei suoi compiti essenziali e non tratti i suoi cittadini come sudditi.

Su questi principi abbiamo lavorato fin dall’inizio, dal quel 2009 che ha poi visto molti momenti di confronto, di incontri, di partecipazione crescente.

In particolare, è ancora vivo il ricordo di quello organizzato a Roma nel luglio 2011, al teatro Argentina, dedicato a valori fondamentali quali la cultura e l’orgoglio italiano. Un grande pomeriggio con moltissime persone convinte che le caratteristiche del nostro Paese,  di noi Italiani, sono un enorme patrimonio, e possono essere un vantaggio competitivo straordinario in un mondo globalizzato. Basta esserne tutti consapevoli, e su questo ci siamo adoperati in tanti, come chi Le scrive, per diffondere l’idea che si, possiamo e dobbiamo farcela.

Ma, recentemente, come si è pensato di portare avanti la nostra battaglia? Con quali compagni di viaggio? Chi li ha selezionati e imbarcati sulla nave di Italia Futura?

La nascita di “Verso la Terza Repubblica” non può non far riflettere sull’enorme distanza che ci separa dai valori espressi da alcuni suoi rappresentanti, quali Andrea Olivero e Lorenzo Dellai, che invocano costantemente e da più sedi alleanze gattopardesche che ridurrebbero il neonato movimento, e con esso Italia Futura,  a svolgere un ruolo di semplice “stampella” del Partito democratico statalista e vendoliano. L’esito della giusta battaglia di Matteo Renzi è significativo in tal senso.

Noi liberali e riformisti come possiamo identificarci e sostenere un tale confuso obiettivo che traspare evidente in tutti i comunicati, le apparizioni e le interviste di questi Signori?

Difficile per chi, come me, si riconosce in un modello ispirato al Partito popolare europeo e nel contempo vede ammiccare a coloro i quali in Europa sono opposti a tale partito.

Una personalissima considerazione: credo avremmo dovuto guardare altrove, ai milioni di italiani delusi da quella promessa liberale e riformatrice di cui sopra che non votano o esprimono la loro protesta favorendo il populismo devastante di Grillo.

Probabilmente avremmo avuto maggiori consensi e opportunità di successo alle imminenti elezioni. E se comunque dovesse essere questo l’obbiettivo di  V3Rep e di quei Signori, stando sul campo, molti segnali fanno temere amare e tristi delusioni.

Mi rendo conto di averle posto più di una domanda e mi scuso di aver abusato del suo tempo. Tuttavia è forte in queste ore il dubbio di essermi sbagliato, di non aver capito nulla del manifesto originario di Italia Futura, soprattutto per come è stato gestito dai suoi più stretti collaboratori negli ultimi mesi.

La ringrazio se vorrà aiutarmi a capire e la saluto

Con stima e simpatia

Romano Perissinotto



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