Skip to main content

Quanto vale davvero Monti nelle urne

Pubblichiamo, con l’autorizzazione dell’autore, l’editoriale di oggi scritto dal direttore di Italia Oggi, Pierluigi Magnaschi.

Il sondaggio Lorien Consulting, che ItaliaOggi pubblica in esclusiva nella pagina accanto, è un’autentica bomba nello stagno politico italiano perché dà cifre e corpo a preoccupazioni diffuse ma che, sinora, non erano state quantificate da nessuno.

Da questo sondaggio infatti, che, è bene tenerlo presente, è stato condotto con un metodo statisticamente ineccepibile da una società altamente specializzata, si apprende che Monti, se saprà muoversi bene (anche se i delicati passaggi politici che deve compiere sono ancora tanti), potrà rastrellare fino al 21% dei voti.

Un bottino elettorale enorme, tale da modificare radicalmente la geografia politica del dopo voto in Italia e che quindi giustifica pienamente l’allarme che ha investito in pieno il Pd prima ancora di conoscere questi dati. Evidentemente le numerose antenne che il Pd ha sul territorio gli hanno consentito di percepire l’entità dello tsunami in arrivo. Il Pd, sinora, sembrava avere il vento in poppa e, fino a solo pochi giorni fa, riteneva di poter vincere le elezioni politiche camminando in discesa e sul velluto, senz’alcuno sforzo, visto l’inaudito slabbramento del centrodestra e l’usucapione certa, da parte del Pd, dell’Udc di Pierferdinando Casini che invece, adesso, si sta allontanando dal centrosinistra con la velocità di una saetta.

Ecco perché tutti adesso si chiedono che cosa farà Monti anche se Monti non può dirlo fino a che sarà a capo del governo sostenuto da Pd e Pdl. Monti però potrà dimettersi solo quando sarà stata approvata la legge di Stabilità sulla quale Berlusconi si è impuntato per rinviare le elezioni anticipate. Un ultimo suo dispetto, visto che lo stesso sondaggio Lorien-ItaliaOggi è scientificamente e quindi anche oggettivamente impietoso nei suoi riguardi.

Infatti il 77% degli italiani non giudica opportuno, né gradisce, che il Cav scenda in campo. Non solo, ed è ancora peggio per il presidente del Pdl, gli elettori ritengono, addirittura, che il suo partito sia più forte senza di lui. L’elettorato quindi pensa su Berlusconi l’esatto opposto di quanto Berlusconi pensa su se stesso. Insomma, una Waterloo berlusconiana, contro la quale gli esorcismi televisivi di un tempo servono a poco.



×

Iscriviti alla newsletter