Dalla critica severa all’entusiasmo, passando per la preoccupazione. Sono queste le differenti sfumature delle più alte cariche dello Stato alla conferenza stampa di fine anno di Mario Monti e alla sua “salita in politica”.
Schifani: “Conferenza politica”
Dall’Afghanistan, dove si trova in visita alle truppe italiane, il presidente del Senato Renato Schifano ha criticato senza tanti giri di parole la mossa di ieri del Professore: “Non credo sia stato un appuntamento istituzionale – ha chiosato Schifani – Ha fatto una conferenza politica dove ha lanciato un manifesto per una candidatura. Credo che sarebbe stato meglio fare questo in altre occasioni”.
E poi, da fedelissimo del Cavaliere, il presidente del Senato ha definito “fuori luogo” gli attacchi di Monti a Berlusconi: “E’ la prima volta che un premier attacca un ex premier – ha osservato – giorni fa, dinanzi alle alte cariche dello Stato, mi ero augurato che la campagna elettorale si misurasse sui contenuti e non sugli attacchi personali. Ieri mi è sembrato fuori luogo nei confronti di chi ha votato decine e decine di fiducie e per sostenere il governo Monti ha perso dieci punti percentuali di compenso. Mi auguro – ha concluso – che si torni presto ad un confronto pacato e costruttivo sui contenuti”.
L’entusiasmo del centrista Fini
Il presidente della Camera Gianfranco Fini è stato da sempre un fervente sostenitore dell’operato del governo tecnico e dell’azione del premier. E anche ieri ha accolto con entusiasmo le parole di Monti, affidando il suo pensiero a Twitter: “L’agenda liberale e riformatrice di Monti va convintamente sostenuta senza riserve mentali, personalismi o interessi di parte”. E sempre sul social network, ha risposto a Berlusconi che ieri in tv ha raccontato di un suo incubo notturno in cui il suo ex alleato sarebbe stato alla testa del dicastero delle fogne. Ecco il cinguettio ironico e irato di Fini: “Preferisco essere un incubo notturno di #Berlusconi che un suo complice nel trattare l’Italia come un bottino da spartire o un bordello”.
Il problema per il presidente della Camera sarà ora far conciliare le sue nuove ambizioni di appartenenza alla galassia montiana di Centro con chi non vuole che ne faccia parte. Andrea Olivero, esponente di Verso la Terza Repubblica e già presidente delle Acli, ha parlato di “difficile convergenza”.
Le preoccupazioni di Napolitano
L’auspicio di Giorgio Napolitano era che Monti si conservasse “puro” rispetto alla battaglia politica ma le pressioni nazionali e internazionali sulla sua discesa in campo gli hanno fatto capire che ciò non sarebbe stato possibile. Così sembra trasparire dalle parole del Professore ieri da Lucia Annunziata che sulle modalità di questa discesa o salita ci sia stato un accordo con il capo dello Stato: “Non posso dire che cosa pensa il Presidente, ma ho parlato con lui in profondità e se ho fatto questa scelta”, ha spiegato ieri Monti a “In mezz’ora” su Rai Tre. Indiscrezioni di stampa parlano di irritazione del capo dello Stato per il riferimento alla successione al Quirinale e preoccupazione per la difficile fase di transizione politica. Ora spetta a lui chiudere l’anno con il suo di messaggio, l’ultimo del suo settennato.