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Bersani si spaventa e aggredisce Monti

Il segretario del Pd era stato accusato dai suoi stessi dirigenti di partito di aver abusato di “fair play”. Il gioco del premier alla sua destra e l’ingresso in campo di Ingroia e De Magistris alla sua sinistra si era fatto troppo insidioso per restare silenti e accomodanti. Anche il tentativo di Opa ostile con il pressing sulla classe dirigente dei Democratici (che sin qui ha portato via dal Pd Ichino, D’Ubaldo e da ultimo Adinolfi) non era stato “gradito” (eufemismo).

Alla fine, Bersani ha dovuto prendere atto, e tanto più dopo essere stato informato riservatamente del sondaggio di D’Alimonte pubblicato oggi dal Sole 24 Ore con Monti già superiore nei consensi a Berlusconi e in rapida ascesa. Su Repubblica e Unità sono apparse due conversazioni con il candidato premier della sinistra che avverte (minaccia?) il Professore sui rischi di un cortocircuito fra gli impegni istituzionali e quelli politici. Prima ancora che le rotative stampassero le parole (dure) di Bersani, un risultato era stato ottenuto: il passo indietro del Ministro dell’Interno.

Il segretario Pd ha puntato il dito proprio sulla Cancellieri e sull’ambiguità dei ruoli di Enrico Bondi (tagliatore della spesa pubblica e compilatore di liste elettorali) e Federico Toniato (vice segretario di palazzo Chigi e organizzatore del partito montiano). Per la prima ha ottenuto una vittoria preventiva. Sugli altri due il faro resta puntato. Bersani non vuole fare la fine di Occhetto e arrivare secondo al traguardo dopo essere stato primo per tutta la gara. Se ne subirà (o penserà di aver subito) colpi bassi, reagirà restituendo pan per focaccia: questo, in soldoni, sembra il messaggio emergente dalle due interviste.

E sull’Unità, con il direttore Claudio Sardo, si leva lo sfizio per una battuta perfida a proposito della distanza “culturale” fra Montezemolo e Riccardi a proposito di Chiesa e fede: secondo Bersani è più difficile tenere insieme loro due che Vendola e lui stesso. Paradossalmente però è proprio qui che si annida il timore maggiore per i supporter di Monti e cioè che fra il segretario di Sel e del Pd non ci siano poi troppe differenze. L’agenda Bersani potrebbe essere ok (non stupisce l’endorsement di Scalfari su Repubblica) ma quella di Vendola è giudicata fuori dalla storia. Probabilmente, sarà questo il solco che Monti scaverà per rispondere al pesante atto di accusa mosso da Bersani sui giornali di oggi.



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