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Paura Usa per la tecnologia cinese a Los Alamos

Il timore che la tecnologia made in China possa nuocere alla sicurezza nazionale statunitense è arrivato sin dentro i laboratori di Los Alamos per la ricerca sul nucleare. La Reuters riporta il contenuto di una lettera datata 5 novembre 2012 in cui si spiega che all’interno dei laboratori sono installati componenti costruiti dalla H3c, con base ad Hangzhou, società inizialmente nata come join venture tra il colosso cinese Huawei e la statunitense 3com, poi acquistata definitivamente dalla Hewlett Packard nel 2010. Almeno due componenti, degli swtich o nodi di rete, dice la lettera sono stati rimossi, ma altri potrebbero essere ancora in uso, ma si provvederà al più presto a rimuoverli.

Negli scorsi mesi Huawei e l’altro colosso cinese delle telecomunicazioni, la ZTE , sono state indicate in un rapporto al Congresso statunitense come un rischio per la sicurezza nazionale in relazione a ipotetici casi di spionaggio informatico e ai rapporti con l’Iran. Il rapporto tuttavia non forniva prove certe delle accuse contro le due società considerate troppo vicine agli ambienti governativi e militari di Pechino, ma che hanno sempre negato ogni attività sospetta.

Nella missiva spedita dai laboratori dove fu costruita la prima bomba atomica nel 1945 si sottolinea la prontezza e la serietà con cui i funzionari hanno affrontato la questione.

William Plumer, vicepresidente a Washington per le relazioni esterne della Huawei, ha spiegato via email alla Reuters che non ci sono prove sostanziali contro il colosso delle telecomunicazioni e ha sottolineato come la delegittimazione della società cinese sia in contrasto con l’enfasi posta da Washington sullo sviluppo di mercati liberi e aperti. Si difende anche la HP che rimarca il rispetto di tutte le norme in materie di sicurezza e privacy dei propri clienti.


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