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Redditometro? Lo cambieremo. Parla il montezemoliano Zanetti

Così com’è il Redditometro non va. Parola di Enrico Zanetti, responsabile fisco di Italia Futura. Zanetti, intervistato da Formiche.net, spiega le incongruità del nuovo strumento studiato dall’Agenzia delle Entrate.

Zanetti ha tenuto a specificare che sicuramente il Redditometro è “uno degli strumenti su cui puntare per la lotta all’evasione fiscale di massa ma il problema è che con il decreto 78 del 2010, voluto dal Governo Berlusconi e dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti, il Redditometro è stato snaturato e di fatto è diventato uno studio di settore per le famiglie”.

Il Redditometro, è bene ricordare, serve a determinare un reddito presunto osservando le spese sostenute, gli investimenti effettuati e i beni posseduti. “Il problema è che, anziché potenziare e migliorare il precedente redditometro – dice Zanetti – si è previsto un nuovo redditometro calcolato sui consumi medi, quali risultanti dagli studi Istat, dando così un rilievo enorme alla componente statistica”. Così facendo, aggiunge Zanetti, “si potrebbe avere una fotografia non reale della situazione: se un reddito basso, ha spese basse ma inferiori a quelle che segnalerebbe il redditometro, sarebbe un presunto evasore. Passerebbe insomma da presunto indigente a presunto evasore!”.

Ma i problemi non sono finiti qui. Ci sarebbe anche la variabile del nucleo familiare. Se è più numeroso, si presume un reddito e una capacità di contribuzione più alta. Secondo Zanetti questo non sarebbe che “un assurdo sociale perché va a colpire le famiglie più numerose” verso le quali invece il fisco dovrebbe essere più vantaggioso.

Le critiche, in sostanza, sono anche tecniche “per l’importanza che viene data all’elemento statistico delle spese medie, assolutamente da ridimensionare, sia dal punto di vista sociale perché colpisce i nuclei familiari più numerosi”.

In più, osserva Zanetti, “c’è da fare chiarezza sul ribaltamento dell’onere della prova, che è stata fissata a carico del contribuente. Il redditometro deve essere solo uno strumento per segnalare eventuali posizioni di incongruità ma poi deve essere attivata una verifica vera e propria. Non deve portare ad una presunzione di illegalità ma deve essere solo un indicatore di un’anomalia”.

Occorre quindi intervenire presto. Il Governo Monti non lo ha potuto fare perché “finora mancava il decreto attuativo, frutto delle elaborazioni dell’Agenzia delle Entrate, e pertanto la costruzione tecnica del Redditometro non era del tutto chiara. In altre parole, l’impressione è che non c’era la consapevolezza dello strumento che si stava creando”.

E nel caso il centro montiano andasse al governo, assicura Zanetti, una delle misure da realizzare subito è proprio la correzione del Redditometro, “non per depotenziare la lotta all’evasione per ma per renderlo più efficiente”.

 



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