Le pmi al centro dell’agenda. No, non stiamo parlando dell’agenda del premier Mario Monti, o di quella di Pier Luigi Bersani o dell’asse Pdl-Lega, ma di quella del Movimento 5 Stelle. Beppe Grillo infatti sta puntando dritto al cuore delle piccole e medie imprese, ossatura del sistema economico del nostro Paese, per raccogliere consensi in vista delle prossime elezioni politiche e regionali.
E proprio per questo, il comico genovese ha lanciato sul suo blog un “Sondaggio sulle misure urgenti per le piccole e medie imprese”, dove chiede di indicare i 5 punti più importanti per lo sviluppo della pmi in Italia. Tra le misure citate c’è la defiscalizzazione degli investimenti o dei redditi nei primi due anni di vita dell’impresa, il pagamento dell’Iva solo a fattura incassata, l’eliminazione dell’Irap, gli sconti contributivi per l’assunzione di giovani under 35, la diminuzione graduale delle tasse sul reddito di impresa con adeguamento alla tassazione europea e la chiusura di Equitalia. Inoltre, Grillo propone anche l’accorpamento e la semplificazione degli adempimenti fiscali, la collaborazione tra istituti, università e imprese con stage ad hoc nel corso degli studi e pagamento dei crediti da parte dello Stato entro 60 giorni.
L’obiettivo di Grillo è chiaro: soffiare il più possibile i consensi alla Lega nel Nord del Paese, così come evidenziano i sondaggi, e fermare il recente declino di consensi del suo movimento. I dati forniti da Tolomeo Studi e Ricerche, e ripresi di recente da La Stampa, dimostrano infatti come gli imprenditori che hanno votato qualche anno fa per il partito di Umberto Bossi e Roberto Maroni, oggi sono orientati a scegliere il Movimento 5 Stelle.
“Senza le fondamenta non si può costruire nulla – scrive Grillo sul suo blog -. Le fondamenta dell’economia dell’Italia sono le piccole e medie imprese che da noi hanno scarsa o nulla rappresentanza. Sono le mucche da mungere in un Paese sempre più burocratizzato dove i servizi (inefficienti) a chi intraprende esistono solo sulla carta e i costi necessari per competere, dai trasporti, alla connettività, alla distribuzione sono più alti della media degli altri Paesi della Ue. Lo Stato applica la legge del taglione su chi produce senza accorgersi che sta segando il ramo su cui è appeso. La maxi tassazione sulle Pmi è un incentivo all’esodo degli imprenditori, la burocrazia fine a sé stessa è un ostacolo ormai insuperabile per chi avvia un’attività. Qui si fa l’impresa o si muore con il disfacimento di quello che è rimasto dello Stato sociale”.
Una strategia che cerca di attirare consensi in una fascia di elettorato che finora aveva preferito per lo più il centrodestra, tanto che ora i grillini utilizzano a volte toni e parole di stampo protoberlusconiani e gianniniani, come ad esempio nel caso del Redditest.