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Maroni non convince Giannino sulle tasse alla lumbard

La proposta di Roberto Maroni fa discutere. Il segretario leghista lanciando l’idea di trattenere il 75% delle tasse nel territorio che le ha prodotte, ha provato un dibattito in Fermare il Declino, il movimento che fa capo all’intellettuale liberista Oscar Giannino.

Secondo gli iscritti a Fermare il Declino, in passato proprio il partito di Maroni ha ampiamente dimostrato di non esser stato in grado di portare a termine il progetto federalista.

“Noi siamo veramente federalisti – scrive Francesco Paolo Forti, facendo riferimento proprio al punto 10 del programma di Fare per Fermare il Declino -. Direi agli amici leghisti seri, liberali, concreti, pragmatici, pochi o tanti che siano, che hanno a cuore il raggiungimento di un vero assetto federale: sostenete e votate Fare per Fermare il Declino, non per chi blatera di federalismo da 20 anni non ha mai ottenuto un tubo, se non svendere gli ideali del federalismo al miglior (in realtà il peggiore) offerente. Dopo Bossi anche Maroni ci ricasca, in cambio di una poltrona lombarda”.

Un altro iscritto, Alberto Genovesi, si dice sulla stessa linea perché “la proposta della Lega di trattenere il 75% delle imposte non ha niente di federalista, è solo demagogia in campagna elettorale. Spiace per la Lega che vengano fatte proposte così “bislacche” che contraddicono, come spiega bene Francesco, le fondamenta di una sano federalismo“. A parere di Roberto Pedriolo “la Lega è politicamente finita. E’ stata al governo per 8 anni, e non ha fatto niente per il federalismo promesso. Anche stavolta sono promesse farlocche”.

L’idea leghista suscita comunque interesse tra i gianniniani. “Non si può dimenticare che una delle cause del deficit pubblico in alcune regioni del Sud come la Sicilia é stata la disponibilità senza controllo di risorse esogene illimitate – osserva Paolo Callioni – e che una diminuzione di tali disponibilità renderebbe probabilmente necessaria l’adozione di una spending review regionale che potrebbe favorire una razionalizzazione della spesa”. E qualcuno si spinge ad appoggiare la linea lumbard. “La proposta della Lega è sacrosanta e fattibilissima! Basta applicare il federalismo fiscale e dare alle regioni soldi in base ai costi standard, automaticamente il sud riceverebbe di meno (non si pagherebbero gli sprechi), e il nord tratterebbe di più, arrivando al 75% (chi già non lo raggiunge), il sud rimarrebbe comunque ben al di sopra il 75%. Questo dovrebbe avvenire in cambio di maggiori competenze”, fa presente Tommaso Invernizzi, riconoscendo i meriti del Carroccio. “Il disegno di legge sul federalismo fiscale è stato approvato nel 2009, quindi non è vero che non è stato fatto niente, bisogna solo andare avanti”.

Dopo le puntualizzazioni del ministro Piero Giarda, l’assenza di credibilità sottolineata da un ex ministro leghista come Giancarlo Pagliarini, la discussione sulla proposta del Carroccio oscilla tra critiche, rilievi e interesse.


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