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Applausi e sberleffi dei grillini per Grillo anti sindacati

“Voglio uno Stato con le palle, eliminiamo i sindacati che sono una struttura vecchia come i partiti politici”. Di loro “non c’è più bisogno. Le aziende devono essere di chi lavora”. E’ la nuova proposta-provocazione, lanciata da Beppe Grillo, durante una tappa dello Tsunami tour, a Brindisi, nello scorso fine settimana.

Diverse sono state le reazioni del mondo politico, tutte di condanna, all’attacco di Grillo al movimento sindacale. Da quella di Susanna Camusso, segretario della Cgil, secondo la quale si tratterebbe solo di “una boutade per farsi propaganda”, a quella del leader del Partito Democratico e candidato a Palazzo Chigi, Pier Luigi Bersani, che ha definito quello di Grillo un “qualunquismo fascistoide”. Non si è fatta attendere, tra l’altro, la risposta di Grillo, che in un nuovo post sul suo blog ha rilanciato e precisato: “La triplice sindacale è responsabile esattamente come i partiti della situazione economica attuale. Dirlo fa scandalo? Affermare che i maggiori sindacati sono allineati ai partiti di riferimento è come gridare ‘il re è nudo’: lo sanno tutti tranne Gargamella Bersani”. Il fango però non riguarda tutti: “I sindacati minori e la Fiom – ha detto Grillo – hanno cercato come hanno potuto, sbertucciati, emarginati dai tavoli di discussione, di rappresentare i diritti dei lavoratori che oggi di diritti non ne hanno più. Sono gli unici che si possono salvare”.

E’ interessante notare che le dichiarazioni di Grillo non raccolgono troppi consensi neanche tra i militanti e gli iscritti al Movimento 5 Stelle. Se qualcuno infatti sottolinea il fallimento delle politiche sindacali degli ultimi anni, qualcun altro chiede al comico una linea più chiara, visto che giorni fa si spendeva per il rilancio delle piccole e medie imprese, oggi per i lavoratori i cui diritti sono stati calpestati – si osserva – proprio dagli imprenditori dai quali il Movimento cerca consenso. Ecco una rapida carrellata di opinioni, giudizi e reazioni dei grillini all’ultima sortita politica del Comico.

“Mi sembra che i risultati siano sotto gli occhi di tutti, i lavoratori vanno scomparendo insieme al lavoro. C’è poco da discutere, hanno fatto schifo – scrive Nando Meliconi -. Perché non pubblicano né loro bilanci, né i loro patrimoni? Sono solo un grosso giro d’affari, perché anziché far dare casse integrazioni a gogò non hanno mai pensato riconvertire i lavoratori in qualcosa di più utile anziché tenerli “pagati” a casa? Hanno generato solo assistenzialismo, debiti e morte del lavoro”.

Un altro militante, Andrea Filippi, propone di “togliere loro i lauti finanziamenti. Dicono di avere 13 milioni di iscritti, credo che almeno la metà non sappia nemmeno di esserlo”. Secondo un altro militante, Marco E., i sindacati rappresentano “una casta al servizio degli industriali, pagati dagli operai e dai pensionati”.

Altri però considerano quella di Grillo una piroetta a scopo elettorale: “Carina la capriola sui sindacati! Che Grillo & Co. chiedesse la sparizione dei sindacati è cosa vecchia, un cavallo di battaglia spronato un giorno sì e l’altro pure. Ma che adesso salvi la Fiom e i piccoli Usb e Cobas è la fotografia di una salto mortale triplo”. I simpatizzanti chiedono insomma chiarezza. “Scusi sig. Beppe ma lei mi confonde un po’ le idee, se devo decidere di votarla devo capire da che parte sta! Un po’ si spreca in post a favore delle piccole-medie imprese oppresse dalle tasse, e chissà come hanno trattato gli operai, ma comunque diamo per scontato che siano tutte oneste e rispettose delle leggi. Poi mi scrive un post in cui dice che le imprese devono essere degli operai”.

Un altro, a nome Robb Stark, rivolge i medesimi interrogativi: “Ma il consenso da chi lo cercate? Dall’imprenditore italiano vessato dalle tasse e il cui “made in Italy” dev’essere detassato o dai dipendenti che dovrebbe autogestire le fabbriche dello stesso imprenditore di cui sopra? O l’uno o l’altro soggetto, o entrambi se sono tonti?”. A parere di Nadia R. se Grillo continuerà su questa strada “anche i più strenui sostenitori non solo lo abbandoneranno, ma preferiranno il non voto piuttosto che votare questa sciagura”.


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