Dipendenti con le valigie pronte quelli della tedesca Commerzbank, per il 25% in mani pubbliche. La banca che ha sofferto, gravi perdite nella crisi, a causa della pesante esposizione al debito pubblico greco e a settori come gli immobili commerciali e il trasporto marittino, soffre nel retail banking delle difficoltà nell’assorbire l’acquisizione di Dresdner Bank, rilevata nel 2008 e che non ha mai assicurato le sinergie attese.
“Un’altra ricaduta dell’operazione Dresdner – sottolinea Alessandro Merli sul Sole 24 Ore – è emersa ieri quando la compagnia di assicurazione Allianz, che aveva ceduto la banca alla Commerzbank e al tempo stesso aveva creato una sua rete di 45 filiali bancarie per recuperarne parte della clientela, ne ha annunciato la chiusura totale, con la perdita di 450 posti di lavoro”. Anche Hvb, la controllata tedesca di Unicredit, “avrebbe in programma tagli di personale per 600 unità”.
“Intanto – prosegue il Sole 24 Ore – alcune delle grandi banche banche tedesche verranno sottoposte da parte dell’organo di vigilanza Bafin a un esercizio di simulazione della separazione fra attività bancaria tradizionale e investment banking”.
Ma la crisi non investe solo le banche tedesche. Piani di ristrutturazione del personale sono stati annunciati anche dalle britanniche Lloyds Bank e Barclays e dalla svizzera Ubs.